Uomini, macchine e copyright: governare la creatività: un tema tutto da approfondire di fronte allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. È il focus dell’incontro della sessione Cyber law all’Internet festival di Pisa in programma domani 10 ottobre (ore 15, Scuola superiore Sant’Anna). Partecipano ospiti del mondo dell’accademia, delle istituzioni e delle professioni, tra cui il giurista Giuseppe Corasaniti, uno dei massimi esperti di diritto informatico che qui anticipa il suo intervento sul rapporto tra IA e diritto d’autore.
Il rapporto tra intelligenza artificiale (IA) e proprietà intellettuale (PI) solleva una serie di questioni complesse, soprattutto nel contesto della gestione di contenuti digitali, sia in termini di input che di output. L’avvento di modelli di IA generativa, come i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) e le IA grafiche, musicali o videografiche, pone nuove criticità nel definire adeguatamente i confini tra creazione umana e creazione automatizzata, sollevando anche questioni fondamentali su diritti, responsabilità e trasparenza.
Uno dei principali problemi è la corretta dimensione dell’intervento dell’IA nella gestione dei contenuti. Da un lato, gli input dei modelli sono spesso costituiti da materiale che può essere protetto da diritti d’autore, il che solleva evidenti interrogativi sulla liceità dell’uso di tali contenuti per l’addestramento. Ma la questione appare ancora priva di una solida base normativa specifica a livello di convenzioni internazionali in materia. Dall’altro lato, la generazione di output da parte di questi modelli può portare alla creazione di opere artificiali che si avvicinano in tutto a creazioni originali umane, generando possibili incertezze sulla effettiva titolarità della proprietà intellettuale. Chi possiede i diritti sull’opera generata: l’autore del software, l’utilizzatore dell’IA o il creatore dei contenuti utilizzati per l’addestramento? La risposta a questa domanda varia, può dipendere sia dal funzionamento del modello come dalla modalità di acquisizione dei dataset e manca ancora di un quadro normativo univoco e condiviso.
L’approccio strettamente giuridico a queste questioni risulta ancora problematico. Un sistema causidico, fondato su contenziosi e dispute legali, rischia di essere inadeguato per affrontare la rapidità con cui la tecnologia avanza e per rispondere alle esigenze di tutte le parti coinvolte. Infatti, un processo tanto civile quanto persino penale può essere lungo, costoso e inadeguato a risolvere casi di ambiguità o di sovrapposizione tra le esigenze di autori, creatori di IA e utenti finali. Per questo motivo, si impone l’esigenza di un approccio più dinamico e flessibile, basato sulla mediazione continua tra effettivi diritti tutelabili e aspettative differenti. Un simile approccio potrebbe prevedere la creazione di strumenti di negoziazione collettiva e accordi preventivi, capaci di adattarsi continuamente e coerentemente alle nuove realtà tecnologiche in maniera più fluida rispetto al tradizionale ricorso al contenzioso legale.
La complessità della questione è evidente se si guarda alle esperienze concrete nell’ambito degli LLM e delle IA generative. Le IA linguistiche, ad esempio, possono elaborare enormi quantità di dati testuali, ma non sono in grado di spiegare pienamente il processo che porta alla creazione di un output specifico. Il che forse limita la possibilità di verificare se un testo generato sia una mera rielaborazione di contenuti preesistenti o una nuova creazione, rendendo difficile accertare eventuali violazioni di copyright. Lo stesso problema si pone per le IA generative grafiche, musicali e videografiche, che possono generare opere complesse, attraverso un campionamento innovativo apparentemente originali, ma potenzialmente derivate da un mix di input protetti da diritti.
In questo contesto emerge un’esigenza fondamentale: quella di pensare a soluzioni generali in anche termini di *spiegabilità* del processo di generazione dei contenuti. In caso di contestazione o rivendicazione di proprietà intellettuale, deve essere possibile ricostruire in modo chiaro il percorso creativo seguito dall’IA. Il che forse richiede anche strumenti di tracciabilità e di auditing condivisi che permettano di capire se e come un’opera generata sia stata influenzata da contenuti protetti.
Infine, vi è la necessità di garantire meccanismi dinamici e informali per la risoluzione delle controversie. In un ambiente in cui le tecnologie evolvono rapidamente, non è pensabile fare affidamento esclusivamente su soluzioni statiche e normative.
Un sistema di garanzie dinamiche potrebbe includere, ad esempio, piattaforme di certificazione automatica del rispetto dei diritti d’autore o strumenti di riconciliazione rapida tra le parti. In sintesi, la complessità della questione richiede un equilibrio tra esigenze tecnologiche, creative e legali, privilegiando sempre soluzioni adattive e flessibili.
L’autore: Giuseppe Corasaniti è un giurista, professore ordinario di Filosofia del diritto digitale e di informatica giuridica presso la Universitas Mercatorum di Roma e anche docente a contratto presso la Luiss Guido Carli di Roma
Internet Festival a Pisa
Dal 10 al 13 ottobre si svolge a Pisa la14esima edizione del festival che quest’anno ha come parola chiave #Generazione. Scienziati, creator digitali, insegnanti, artisti e giornalisti affronteranno i più svariati temi legati all’evoluzione informatica. Tra gli ospiti,
Maurizio Ferraris, Maristella Matera, Carola Frediani, Patrick Zaki, Elia Bombardelli, Norma Cerletti, Giulia Blasi, Victor Diamandis, Alex Braga, Stefano Da Empoli e molti altri. Da segnalare il fitto calendario dei T-Tour, le esperienze formative dedicate a bambini e ragazzi. Laboratori, workshop, conferenze interattive e tutorial declineranno il tema chiave del festival proponendo percorsi didattici sia in presenza (tra giovedì 10 e domenica 13 ottobre) sia online (da ottobre a dicembre). Info programma qui