Quali sono le criticità strutturali della sanità pubblica? E quali le soluzioni affinché, grazie a scelte politiche coerenti con le evidenze scientifiche, il Ssn torni a garantire a tutti il diritto alle cure? Ne parliamo con Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe

«È tempo che la politica faccia chiarezza e condivida con i cittadini una visione concreta sul futuro del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Serve una presa di responsabilità collettiva: se le azioni devono seguire gli annunci, oggi è indispensabile un nuovo patto politico e sociale per rilanciare la sanità pubblica. Un accordo che vada oltre le ideologie partitiche e gli avvicendamenti di governo, riconoscendo nel Ssn un pilastro fondamentale della democrazia, uno strumento di coesione sociale e un motore per lo sviluppo economico del Paese. Se non si interviene subito, perderemo definitivamente un modello di sanità pubblica che, per decenni, ha garantito il diritto alla tutela della salute di tutte le persone e che il mondo intero ci ha invidiato». Arriva forte e chiaro il grido d’allarme di Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe, sullo stato di salute del Ssn. Da quasi dieci anni l’Osservatorio della Fondazione documenta il progressivo smantellamento della dimensione pubblica e universalistica del nostro sistema sanitario e dei suoi principi fondanti, in una inesorabile avanzata della privatizzazione dei servizi. Per orientarci nella ricerca di possibili soluzioni abbiamo rivolto alcune domande a Cartabellotta, ed ecco cosa ci ha risposto.

Le politiche sanitarie degli ultimi governi sono andate tutte nella stessa direzione, togliendo risorse alla sanità pubblica in favore della privatizzazione dei servizi. Come dovrebbe intervenire il governo Meloni per garantire ai cittadini, senza distinzione, il diritto alle cure?

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Scrivevo già per Avvenimenti ma sono diventato giornalista nel momento in cui è nato Left e da allora non l'ho mai mollato. Ho avuto anche la fortuna di pubblicare articoli e inchieste su altri periodici tra cui "MicroMega", "Critica liberale", "Sette", il settimanale uruguaiano "Brecha" e "Latinoamerica", la rivista di Gianni Minà. Nel web sono stato condirettore di Cronache Laiche e firmo un blog su MicroMega. Ad oggi ho pubblicato tre libri con L'Asino d'oro edizioni: Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro (2010), Chiesa e pedofilia, il caso italiano (2014) e Figli rubati. L'Italia, la Chiesa e i desaparecidos (2015); e uno con Chiarelettere, insieme a Emanuela Provera: Giustizia divina (2018).