Il suo primo servizio sulla mafia è stato il 21 luglio 1979. «Me lo ricordo perché è stato il giorno in cui hanno ucciso Boris Giuliano», racconta Attilio Bolzoni. «Io ero in cronaca quel giorno e la mattina presto in redazione c’eravamo io e Gianni Lo Monaco. Siamo subito corsi con uno spiderino Fiat e Pallina, il suo cane da caccia, in via Di Blasi, al bar Lux. Lì c’era il cadavere del commissario Giuliano, colpito a morte da 7 colpi di pistola sparati alle spalle. Fu la mia prima cronaca di un importante delitto di mafia». Bolzoni era una delle firme dell’Ora di Palermo nei primi anni 80, poi è passato a Repubblica - dove ha trascorso 40 anni scrivendo di mafie e politica. E oggi lo ritroviamo al Domani. In mezzo una vita spesa a raccontare gli anni più bui della sua Sicilia e dell’Italia, gli anni dei Corleonesi e delle stragi di mafia. E non solo. Se quello che mi racconta è il suo primo aneddoto di mafia “in servizio”, non è certo il suo primo ricordo legato alla criminalità. «Non c’è un ricordo di mafia preciso, certo mi ricordo dei mafiosi di Riesi (Comune in provincia di Caltanissetta, ndr), come i Di Cristina e Piddu Madonia. Ma per chi cresce in una società e in una terra impregnata di mafia non c’è un ricordo solo. Perché tutto intorno è mafia e capisci presto che è qualcosa che è scolpito sulla faccia delle persone se sai osservare».
Parlare con Attilio Bolzoni significa avere accesso a una testimonianza diretta dell’evoluzione del fenomeno mafioso di uno dei periodi più complessi della storia del nostro Paese. E vederlo attraverso questi suoi occhi che hanno imparato un codice particolare, può aiutare a farsi delle domande su cosa stia accadendo alla criminalità italiana. In molti si è fatta strada l’idea che la mafia sia quella delle stragi tra il 1992 e il ’93, sia quella che spara e che viene combattuta dallo Stato con operazioni da centinaia di arresti. Per Bolzoni però questo volto delle organizzazioni criminali rappresenta una devianza da quella che è la natura e il vero modo di operare delle mafie. Nel suo ultimo libro, Immortali (Fuori Scena), si chiede appunto: Dove si è nascosta? Quale
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