Eccoci qui. Con due giorni di ritardo, come mi scrive, quasi accusa, qualcuno. Ma se non dovessi mai prendermi pause dalla merda sarei qui a scrivere ventiquattr’ore su ventiquattro, sempre in giro a parare gli schizzi a mani nude. La direzione nazionale antimafia, con perfetto tempismo sulla breccia politica, ha ordinato arresti di presunti affiliati ad Hamas. Soldi ai terroristi invece che agli affamati, agli orfani e ai bisognosi. Sarebbe vergognoso.
Dentro l’indagine c’è tutto quello che fa venire l’acquolina in bocca ai fiancheggiatori del genocidio: c’è un importante esponente della comunità palestinese in Italia, Mohamed Hannoun, che è il boccone perfetto per un po’ di islamofobia e per il percorso marcio di israelizzazione del nostro diritto.
I giornali di destra con la bava alla bocca che si accaniscono a trafugare foto per condannare, come se fosse Cassazione. Questi sono i cosiddetti garantisti, quelli di Ruby nipote di Mubarak, quelli di Berlusconi che pagava la mafia senza saperlo.
Peggio di loro sono i presunti esponenti di centrosinistra, vicepresidenti inclusi, che hanno stretto le mani ai barboncini del genocidio e ora si ergono a moralizzatori con qualche intervista a qualche quotidiano con più direttori che lettori, o a qualche sito aspirante gemello. Fantastici, quelli. Per loro il genocidio a Gaza è solo un ambito dialettico da attraversare per sembrare competenti. Il mondo è un carpet, nero, su cui sculettare per piacersi tra loro.
Dice quel ministro dell’Interno (che ha rinchiuso un antipatico islamico in un Cpr per calcolo politico) che questa è un’operazione che farà la storia. Non ha torto: scegliere i terroristi sulla base delle classificazioni di un governo come quello israeliano, zeppo di accusati di crimini internazionali, è già un bel capolavoro di servilismo. Avventarsi come sciacalli su presunte responsabilità personali per accusare milioni di persone del resto è la cifra di questo governo.
Siamo tornati dalle vacanze. Eccoci qui.
Buon lunedì.




