Ad Hannoun ed altri 8 indagati si contesta il reato di cui all’art. 270 bis c.p. che punisce con la reclusione da 7 a 15 anni chiunque promuove, costituisce, organizza, dirige o finanzia associazioni terroristiche. Da quel che si sa Hannoun, ha sempre difeso in modo trasparente la legittima resistenza palestinese contro l’occupazione illegale e violenta di Israele e ha raccolto fondi da destinare a progetti umanitari, condannando al contempo qualsiasi atto di terrorismo. Con una notevole semplificazione si definisce Hamas organizzazione terroristica e su questa definizione si può, almeno in parte, convenire: contro una forza occupante (quale è Israele sotto il profilo del diritto internazionale), in linea di principio l’uso della violenza e’ legittimo in chiave difensiva, di resistenza, mai però per colpire civili inermi. Ma bisogna leggere anche l’art. 270 sexies del Codice Penale che ci indica la definizione giuridica delle condotte terroristiche, qualificando come tali quelle che “per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale, nonché le altre condotte definite terroristiche o commesse per finalità di terrorismo da convenzioni o altre norme di diritto internazionale vincolanti per l’Italia.” Ebbene la definizione del nostro codice penale descrive esattamente ciò che Israele ha fatto e sta facendo contro l’inerme popolo palestinese di Gaza (e della Cisgiordania): colpire indiscriminatamente civili e strutture civili come scuole, ospedali, campi profughi, mettere cariche esplosive nei cerca persone e farli esplodere anche in mano ai bambini sono atti di terrorismo. Eppure Netanyahu e il suo gabinetto di guerra hanno goduto sinora di una scandalosa impunità. A parte il mandato di cattura spiccato dalla Corte Penale Internazionale ma osteggiato da molti governi occidentali compreso il nostro. Scatta invece il carcere preventivo per chi ha pubblicamente difeso la legittima causa del popolo palestinese e raccolto fondi per alleviare le condizioni di sofferenza dei gazawi. Attendiamo gli sviluppi di questa indagine ma c’è da preoccuparsi. Andrea Maestri avvocato e attivista per i diritti umani
L’autore: Andrea Maestri è avvocato e attivista per i diritti umani. Per Left ha scritto i libri Il penultimo respiro di Gaza e Fascismo e neofascismi, con Carlo Boldrini
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