Fosse accaduta in Grecia questa ultima settimana italiana probabilmente avremmo avuto decine di foto e riprese televisive: pensionati in lacrime, vecchie signore con lo sguardo disincantato e il logo di qualche banca opportunamente di sfondo oppure avremmo avuto in copertina il primo piano di qualche mano nodosa per gli anni mentre apre un portafoglio vuoto, le notizie pesano in base all'abbigliamento e quindi succede che la Grecia sia stata sventolata come paradigma del rischio che si corre a non allinearsi all'Europa mentre l'Italia che salva le banche (e non i contribuenti) scivola tra le notizie di costume. Oggi su Libero la Serracchiani, elemento di punta del partito di governo, si dichiara incazzata per avere perso diciotto mila euro e ci dice "non preoccupatevi, ci ho perso anch'io" come se il mal comune mezzo gaudio fosse una norma valida e sufficiente in quest'Italia che avrebbe dovuto cambiare verso. Il Governo Italiano salva istituti privati con soldi pubblici, garantendo la liquidità delle banche prima che dei loro correntisti e riesce, in un colpo solo, a tradire tutta l'immagine che vorrebbe elaborare di se stessa eppure il gesto (incauto e ben poco democratico) viene vestito con tutti gli orpelli della presentabilità e finisce per interessare solo una categoria sparuta di persone: quelle direttamente coinvolte. E non importa se la mancanza di empatia con le minoranze sia uno dei fondamenti di una democrazia in salute, perché Matteo Renzi ci dice "abbiamo dovuto farlo anche se non si dovrebbe fare ma adesso basta". In sostanza il governo ha deciso di dare un'ultima occasione agli istituti di credito ma a spese degli altri, con una leggerezza di cui Ponzio Pilato ne farebbe una religione.

Leggi anche: Salvateci dai salvataggi alle banche, il punto di vista della finanza etica


  Il "colpo" è riuscito anche per lo sferzante ottimismo che viene servito tutti i giorni, prima e dopo i pasti, a cannon battente dai media nazionali, tanto che un pensionato /che ha perso tutto) intervistato proprio ieri diceva di non avere "nemmeno avuto lontanamente il dubbio che potesse finire così". La fregatura è stata indolore, inconsapevole e condita e così in Italia accade un "pezzo di Grecia" eppure non se ne parla. Per la vulgata televisiva Matteo Renzi indossa ancora l'armatura del paladino contro l'Europa della finanza e dei mercati, la ripresa è una solida realtà (e se non la percepite siete insensibili, stupidi o gufi) e le banche sono i nuovi "compagni che sbagliano". Se esistesse il reato di "favoreggiamento alla manipolazione della realtà" la classe politica degli ultimi vent'anni in Italia sarebbe reo confessa, tutti probabilmente collaboratori di giustizia in cerca di uno sconto di pena e condannati a servire i ristoranti pieni oppure a fare gli sportellisti di banche in ottima salute. Non ci sono file alle banche, non ci sono famiglie sul lastrico e non esistono i pensionati depredati dai loro risparmi di una vita: va tutto bene. Tutto va meravigliosamente bene. E tutti debbono esibire una misurata gioia medio borghese. Mi raccomando.

Fosse accaduta in Grecia questa ultima settimana italiana probabilmente avremmo avuto decine di foto e riprese televisive: pensionati in lacrime, vecchie signore con lo sguardo disincantato e il logo di qualche banca opportunamente di sfondo oppure avremmo avuto in copertina il primo piano di qualche mano nodosa per gli anni mentre apre un portafoglio vuoto, le notizie pesano in base all’abbigliamento e quindi succede che la Grecia sia stata sventolata come paradigma del rischio che si corre a non allinearsi all’Europa mentre l’Italia che salva le banche (e non i contribuenti) scivola tra le notizie di costume. Oggi su Libero la Serracchiani, elemento di punta del partito di governo, si dichiara incazzata per avere perso diciotto mila euro e ci dice “non preoccupatevi, ci ho perso anch’io” come se il mal comune mezzo gaudio fosse una norma valida e sufficiente in quest’Italia che avrebbe dovuto cambiare verso.

Il Governo Italiano salva istituti privati con soldi pubblici, garantendo la liquidità delle banche prima che dei loro correntisti e riesce, in un colpo solo, a tradire tutta l’immagine che vorrebbe elaborare di se stessa eppure il gesto (incauto e ben poco democratico) viene vestito con tutti gli orpelli della presentabilità e finisce per interessare solo una categoria sparuta di persone: quelle direttamente coinvolte. E non importa se la mancanza di empatia con le minoranze sia uno dei fondamenti di una democrazia in salute, perché Matteo Renzi ci dice “abbiamo dovuto farlo anche se non si dovrebbe fare ma adesso basta”. In sostanza il governo ha deciso di dare un’ultima occasione agli istituti di credito ma a spese degli altri, con una leggerezza di cui Ponzio Pilato ne farebbe una religione.


Leggi anche: Salvateci dai salvataggi alle banche, il punto di vista della finanza etica


 

Il “colpo” è riuscito anche per lo sferzante ottimismo che viene servito tutti i giorni, prima e dopo i pasti, a cannon battente dai media nazionali, tanto che un pensionato /che ha perso tutto) intervistato proprio ieri diceva di non avere “nemmeno avuto lontanamente il dubbio che potesse finire così”. La fregatura è stata indolore, inconsapevole e condita e così in Italia accade un “pezzo di Grecia” eppure non se ne parla. Per la vulgata televisiva Matteo Renzi indossa ancora l’armatura del paladino contro l’Europa della finanza e dei mercati, la ripresa è una solida realtà (e se non la percepite siete insensibili, stupidi o gufi) e le banche sono i nuovi “compagni che sbagliano”.

Se esistesse il reato di “favoreggiamento alla manipolazione della realtà” la classe politica degli ultimi vent’anni in Italia sarebbe reo confessa, tutti probabilmente collaboratori di giustizia in cerca di uno sconto di pena e condannati a servire i ristoranti pieni oppure a fare gli sportellisti di banche in ottima salute. Non ci sono file alle banche, non ci sono famiglie sul lastrico e non esistono i pensionati depredati dai loro risparmi di una vita: va tutto bene. Tutto va meravigliosamente bene. E tutti debbono esibire una misurata gioia medio borghese. Mi raccomando.