Tsipras traditore o resistente? Con Pagos Rigas, segretario di Syriza, abbiamo parlato di come il governo ellenico affronta le imposizioni dei creditori. E delle possibili risposte all'austerity di una sinistra del Sud e mediterranea

«L’austerità da sola non porta prosperità». Prima di cedere la presidenza degli Stati Uniti a Donald Trump, Barack Obama lancia un avvertimento all’Unione europea: il paradigma dell’austerity rischia di alimentare i movimenti populisti. E per farlo sceglie Atene, dove ad accoglierlo c’è il premier Alexis Tsipras che a quasi due anni dalla sua prima elezione si ritrova sempre più stretto nella morsa tra debito, riforme e proteste di piazza. «La Grecia è in piedi e sta cominciando a riprendersi», si difende Tsipras. «E continueremo a negoziare misure e riforme che non danneggino la crescita». Ma le strade di Atene sono in fiamme. Che fine ha fatto il sogno europeo che parlava greco? L’Alexis Tsipras che abbiamo osannato è un traditore o un resistente? Atene Calling, si ripeteva nelle settimane dell’Oxi, il No al memorandum espresso con il voto, ma la sinistra europea che avrebbe dovuto rispondere tarda ad arrivare. Ne abbiamo parlato con Pagos Rigas, segretario di Syriza, la forza di sinistra che governa con gli ipernazionalisti di Anel.

L’intervista continua su Left in edicola dal 19 novembre

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L’appuntamento

Il segretario di Syriza Pagos Rigas (nella foto), che abbiamo intervistato su Left n. 47, sarà in Italia lunedì 21 novembre, alle ore 17, presso la Casa delle donne di Roma. All’iniziativa “Le Sinistre mediterranee per salvare l’Europa da austerità e xenofobia” prenderanno parte anche Joan Josep Nuet (deputato catalano e segretario della Sinistra Unita Alternativa) e gli italiani Marco Revelli (L’Altra Europa con Tsipras) e Sandro Medici (Sinistra per Roma). Sul tavolo: il NO al referendum del 4 dicembre, la sfida di Atene, le città in comune e la democrazia dal basso.