Ma cosa altro deve succedere perché il ministro (eh, sì) Angelino Alfano, quello che ha il tempo di querelare una trasmissione televisiva come Gazebo, venga ritenuto non più potabile e rimandato a casa? Ma perché da Berlusconi, a Renzi fino a Gentiloni dobbiamo continuare a sopportare come ministro l'incarnazione politica del malcostume tutto italiano di non chiedere a qualcuno "cosa sai fare" ma piuttosto "chi ti manda"? L'ultima notizia è tutta nelle carte dell'operazione Jonny che ha svelato gli sporchi interessi di Leonardo Sacco che con la sua "Misericordia" ha lucrato sul centro d'accoglienza di Isola Capo Rizzuto. È una telefonata del 10 settembre 2014  in cui Ugo Bellini, vicepresidente della Misericordia con delega a Sviluppo e Coordinamento delle Federazioni Regionali, informa Leonardo Sacco che come direttore del Centro di Lampedusa è stato scelto Lorenzo Montana, suocero del fratello di Angelino Alfano:
“Noi abbiamo anche trovato un direttore. Cioè veramente: forse non è pieno di requisiti, perché ci vogliono 3 anni di esperienza o deve essere laureato in psicologia: questo è in scienze politiche. Ti ha detto chi è?”. “Non mi ha detto chi è”. “È il suocero… il suocero del cugino di Alfano”. “Ah, ho capito. Bene, bene: no, ma al di là di questo… diciamo… la figura si può costruire. Vediamo il da farsi… insomma… perché io ho l’impressione… mo’ venerdì vado a Roma… e vedo un po’… al ministero la situazione…”.
La notizia esce qualche giorno dopo (su Il Fatto Quotidiano) e il Prefetto Morcone telefona preoccupatissimo a Leonardo Sacco:
“Senti una cosa… ma… come ti è venuto in testa… di pigliare… a questo come direttore del Centro di Lampedusa? Tu lo capisci bene che quello è il Centro più visibile d’Italia”.
Sacco abbozza (male) una patetica difesa:
“Capisco benissimo… il problema è stato questo eccellenza… che.. diciamo… come confederazione… non ci aspettavamo l’assegnazione… subito… va bene la gara e stavamo cercando appunto figure di direttore… ma non era assolutamente preventivato che dovevamo prendere quello lì”
Il prefetto Morcone insiste:
“Mo’ devi trovare una soluzione… anche perché, capisci che l’effetto di tutto questo è che ogni settimana ti devo fare un’ispezione praticamente… perché sennò ci fanno un culo come una campana”.
Poi qualche, ora dopo, è proprio il Prefetto Morcone a suggerire una difesa:
“Abbi pazienza… bisogna comunque fare un’agen… perché qua sta succedendo un bordello in rete, su internet. Dovreste fare più che una smentita insomma. Un chiarimento su questa cosa, facendo un’agenzia nella quale dite quello che hai detto a me. Cioè che in un primo momento, tenuto conto della fretta, dell’avvicendamento di Lampedusa Accoglienza, avete individuato sull’isola una persona e diciamo che per esperienza amministrativa poteva essere un punto di riferimento, un coordinatore. Perché il direttore deve essere ancora nominato. Me la puoi mandare prima a me: io me la guardo”.
Eccola, la classe dirigente. Buon mercoledì.

Ma cosa altro deve succedere perché il ministro (eh, sì) Angelino Alfano, quello che ha il tempo di querelare una trasmissione televisiva come Gazebo, venga ritenuto non più potabile e rimandato a casa? Ma perché da Berlusconi, a Renzi fino a Gentiloni dobbiamo continuare a sopportare come ministro l’incarnazione politica del malcostume tutto italiano di non chiedere a qualcuno “cosa sai fare” ma piuttosto “chi ti manda”?

L’ultima notizia è tutta nelle carte dell’operazione Jonny che ha svelato gli sporchi interessi di Leonardo Sacco che con la sua “Misericordia” ha lucrato sul centro d’accoglienza di Isola Capo Rizzuto. È una telefonata del 10 settembre 2014  in cui Ugo Bellini, vicepresidente della Misericordia con delega a Sviluppo e Coordinamento delle Federazioni Regionali, informa Leonardo Sacco che come direttore del Centro di Lampedusa è stato scelto Lorenzo Montana, suocero del fratello di Angelino Alfano:

“Noi abbiamo anche trovato un direttore. Cioè veramente: forse non è pieno di requisiti, perché ci vogliono 3 anni di esperienza o deve essere laureato in psicologia: questo è in scienze politiche. Ti ha detto chi è?”. “Non mi ha detto chi è”. “È il suocero… il suocero del cugino di Alfano”. “Ah, ho capito. Bene, bene: no, ma al di là di questo… diciamo… la figura si può costruire. Vediamo il da farsi… insomma… perché io ho l’impressione… mo’ venerdì vado a Roma… e vedo un po’… al ministero la situazione…”.

La notizia esce qualche giorno dopo (su Il Fatto Quotidiano) e il Prefetto Morcone telefona preoccupatissimo a Leonardo Sacco:

“Senti una cosa… ma… come ti è venuto in testa… di pigliare… a questo come direttore del Centro di Lampedusa? Tu lo capisci bene che quello è il Centro più visibile d’Italia”.

Sacco abbozza (male) una patetica difesa:

“Capisco benissimo… il problema è stato questo eccellenza… che.. diciamo… come confederazione… non ci aspettavamo l’assegnazione… subito… va bene la gara e stavamo cercando appunto figure di direttore… ma non era assolutamente preventivato che dovevamo prendere quello lì”

Il prefetto Morcone insiste:

“Mo’ devi trovare una soluzione… anche perché, capisci che l’effetto di tutto questo è che ogni settimana ti devo fare un’ispezione praticamente… perché sennò ci fanno un culo come una campana”.

Poi qualche, ora dopo, è proprio il Prefetto Morcone a suggerire una difesa:

“Abbi pazienza… bisogna comunque fare un’agen… perché qua sta succedendo un bordello in rete, su internet. Dovreste fare più che una smentita insomma. Un chiarimento su questa cosa, facendo un’agenzia nella quale dite quello che hai detto a me. Cioè che in un primo momento, tenuto conto della fretta, dell’avvicendamento di Lampedusa Accoglienza, avete individuato sull’isola una persona e diciamo che per esperienza amministrativa poteva essere un punto di riferimento, un coordinatore. Perché il direttore deve essere ancora nominato. Me la puoi mandare prima a me: io me la guardo”.

Eccola, la classe dirigente.

Buon mercoledì.