L'articolo di Pietro Greco prosegue su Left in edicola
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[su_divider text=" " style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]Nel giungo del 1957, sessant’anni fa, la Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti d’America autorizza la vendita di un nuovo farmaco capace di contrastare i disturbi mestruali. Si tratta di una combinazione di due ormoni (un estrogeno e Nel giugno del 1957, sessant’anni fa, la Food and drug administration (Fda) degli Stati Uniti d’America autorizza la vendita di un nuovo farmaco capace di contrastare i disturbi mestruali. Si tratta di una combinazione di due ormoni (un estrogeno e un progestinico) messa a punto nel 1951 da Carl Djerassi, in collaborazione con Luis Miramontes and George Rosengkranz, e sperimentata clinicamente dai medici John Rock, Celso-Ramon Garcia e Gregory Pincus nel 1954. Nulla di eccezionale. Non fosse che ben presto si scopre che, per l’effetto combinato dei due ormoni, il farmaco inibisce l’ovulazione nelle donne.
Così, tre anni dopo, nel 1960, la Fda approva l’utilizzo della Combined oral contraceptive pill (Cocp), la prima pillola contraccettiva. A partire da questa data, il farmaco viene distribuito in tutto il mondo con il nome di Enovid e con effetti sociali e culturali enormi. Nota ormai semplicemente come la pillola, la COCP fornisce un contributo determinante a realizzare quella che molti considerano la più importante rivoluzione del XX secolo: la rivoluzione femminile.
Proprio per questo non è il caso di celebrare la ricorrenza fermandosi non più di tanto sui meccanismi di funzionamento, ormai ben noti, del farmaco. Conviene invece fermarsi sui suoi effetti sociali e culturali: enormi, appunto, e, ancora oggi, niente affatto esauriti.
E già perché la Cocp di Carl Djerassi…