«Fuori dai piedi». «Portano miseria e malattia». Queste espressioni violente che abbiamo visto campeggiare sulle prime pagine de Il Giornale, Libero, La Verità, scagliate come pietre contro i migranti, tracciano perfettamente il ritratto di chi le ha pronunciate. Non solo in senso metaforico. Lo dicono tutte le ricerche che fotografano lo stato in cui versa il Paese, dall’Istat al Censis, solo per citare gli istituti più noti. Dopo più di un trentennio di politiche liberiste l’Italia è in forte crisi; il gap si è molto allargato, l’ingiustizia sociale la fa da padrone. Ed è vero anche (non è solo una provocazione) che queste politiche hanno portato malattie, poiché 11 milioni di italiani rinunciano a curarsi a causa di problemi economici. Il declassamento del ceto medio, l’impoverimento della classe operaia, la disoccupazione giovanile, l’indebolimento dei sindacati, l’eliminazione o quasi dei corpi intermedi dalla contrattazione, l’atomizzazione della società - con ogni evidenza - non sono la conseguenza dell’arrivo di migranti come il centrodestra e il centrosinistra all’unisono oggi vorrebbero far credere, ma sono il risultato di politiche iperliberiste e di austerity. Le stesse che ancora oggi sentiamo spacciare per nuove ricette da un ampio arco politico, da Berlusconi a Renzi e Bonino che con Più Europa guarda con nostalgia alla (disastrosa) stagione Monti, proponendone una versione - se possibile - ancor più feroce e democristiana. La sua ricetta ultra-liberista è innervata di vecchio tatcherismo. Bonino parla bene di Berlusconi, sostiene Renzi. Se la sua lista non raggiungerà il 3 per cento i voti raccolti andranno al Pd, mercé il patto stretto con il cattolicissimo Tabacci che ha evitato a Più Europa la raccolta firme. Certo, Emma Bonino non usa i toni beceri e violenti, non fa sparate razziste alla Salvini e Meloni, non propone una chiusura totale come i grillini («obiettivo sbarchi zero»), non usa slogan dal sapore neocolonialista come Renzi («aiutiamoli a casa loro»), non ama la gestione securitaria dell’immigrazione imposta dalla legge Minniti-Orlando (sulla scia della Bossi-Fini), ma predica “realismo” e accoglienza limitata, seguendo il papa, che ha benedetto la sua campagna “Ero straniero”. Una campagna che fin dal nome stigmatizza la condizione dell’immigrato quasi fosse uno stato di minorità, una colpa da espiare. Di certo tutto questo non aiuta a superare la diffidenza di quella parte impoverita e arrabbiata d’Italia, quella meno attrezzata dal punto di vista culturale, indotta a furia di slogan a temere l’impatto della migrazione sui servizi pubblici. Per questo non ci stancheremo mai di ripetere i numeri e i fatti che documentano la realtà, la «verità effettuale» come direbbe Machiavelli. Non ci stancheremo di ripetere che per quanto gli sbarchi siano di nuovo aumentati non c’è nessuna invasione. La propaganda irresponsabile dell’attuale classe politica e di formazioni xenofobe e fasciste come Forza nuova e CasaPound mente palesemente, quando addita i migranti parlando di criminalità. E non solo perché se guardiamo alle statistiche la percentuale dei reati commessi da stranieri è costante dal 2015 mentre gli ingressi sono aumentati. Molti stranieri in carcere hanno subito la condizione inumana e discriminatoria prodotta dal concetto di “clandestinità” introdotto dalla legge Bossi-Fini. Una norma che ha istituzionalizzato il razzismo e creato manovalanza disperata per le organizzazioni criminali. È falso poi che la violenza subita dalle donne italiane sia opera di stranieri. La maggior parte delle violenze e degli abusi, come riportano tutte le ricerche ufficiali, avvengono fra le mura domestiche e nella maggior parte dei casi sono compiute da familiari e conoscenti. E non è vero che i migranti portano le malattie, anche per un fatto drammaticamente evidente, ci vuole un fisico non solo sano ma anche decisamente robusto per poter sopportare le fatiche, i pericoli e gli stenti di viaggi nel deserto e sui barconi. Semmai si ammalano qui anche a causa della “accoglienza” che ricevono. In vista del 4 marzo abbiamo deciso di tornare a smontare ad una ad una le costruzioni ideologiche e i luoghi comuni sull’immigrazione costruiti ad hoc durante questa bruttissima campagna elettorale giocata sulla pelle dei migranti, non solo da parte delle destre. La copertina disegnata da Vauro parla chiarissimo: «Respingiamoli». Da Berlusconi, con Salvini e Meloni, a Renzi e Bonino, passando per Di Maio, sono tutti sulla stessa barca delle promesse roboanti e di politiche liberiste e anti sociali. È quanto mai urgente una svolta. È importante far sentire la propria voce andando a votare, anche se c’è questa brutta legge elettorale. Lo sviluppo democratico del Paese passa anche attraverso un lavoro culturale per smascherare le radici ideologiche del razzismo, passa attraverso nuove alleanze fra donne e migranti come ha proposto la piattaforma di Non una di meno, necessita della piena affermazione di identità ancora oggi negate, passa attraverso l’estensione dei diritti, passa attraverso il pieno riconoscimento degli italiani senza cittadinanza. Gli esseri umani sono da sempre migranti, spostarsi da una regione all’altra, da un continente all’altro, è stato un fattore evolutivo nella storia di Homo sapiens. Non possiamo chiudere le porte ai profughi, non solo perché i trattati internazionali affermano che emigrare è un diritto umano universale. La nostra crescita e realizzazione come esseri umani vive degli incontri con lo straniero, con lo sconosciuto. [su_divider style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

L'editoriale di Simona Maggiorelli è tratto da Left in edicola

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«Fuori dai piedi». «Portano miseria e malattia». Queste espressioni violente che abbiamo visto campeggiare sulle prime pagine de Il Giornale, Libero, La Verità, scagliate come pietre contro i migranti, tracciano perfettamente il ritratto di chi le ha pronunciate. Non solo in senso metaforico. Lo dicono tutte le ricerche che fotografano lo stato in cui versa il Paese, dall’Istat al Censis, solo per citare gli istituti più noti. Dopo più di un trentennio di politiche liberiste l’Italia è in forte crisi; il gap si è molto allargato, l’ingiustizia sociale la fa da padrone. Ed è vero anche (non è solo una provocazione) che queste politiche hanno portato malattie, poiché 11 milioni di italiani rinunciano a curarsi a causa di problemi economici. Il declassamento del ceto medio, l’impoverimento della classe operaia, la disoccupazione giovanile, l’indebolimento dei sindacati, l’eliminazione o quasi dei corpi intermedi dalla contrattazione, l’atomizzazione della società – con ogni evidenza – non sono la conseguenza dell’arrivo di migranti come il centrodestra e il centrosinistra all’unisono oggi vorrebbero far credere, ma sono il risultato di politiche iperliberiste e di austerity.

Le stesse che ancora oggi sentiamo spacciare per nuove ricette da un ampio arco politico, da Berlusconi a Renzi e Bonino che con Più Europa guarda con nostalgia alla (disastrosa) stagione Monti, proponendone una versione – se possibile – ancor più feroce e democristiana. La sua ricetta ultra-liberista è innervata di vecchio tatcherismo. Bonino parla bene di Berlusconi, sostiene Renzi. Se la sua lista non raggiungerà il 3 per cento i voti raccolti andranno al Pd, mercé il patto stretto con il cattolicissimo Tabacci che ha evitato a Più Europa la raccolta firme. Certo, Emma Bonino non usa i toni beceri e violenti, non fa sparate razziste alla Salvini e Meloni, non propone una chiusura totale come i grillini («obiettivo sbarchi zero»), non usa slogan dal sapore neocolonialista come Renzi («aiutiamoli a casa loro»), non ama la gestione securitaria dell’immigrazione imposta dalla legge Minniti-Orlando (sulla scia della Bossi-Fini), ma predica “realismo” e accoglienza limitata, seguendo il papa, che ha benedetto la sua campagna “Ero straniero”. Una campagna che fin dal nome stigmatizza la condizione dell’immigrato quasi fosse uno stato di minorità, una colpa da espiare. Di certo tutto questo non aiuta a superare la diffidenza di quella parte impoverita e arrabbiata d’Italia, quella meno attrezzata dal punto di vista culturale, indotta a furia di slogan a temere l’impatto della migrazione sui servizi pubblici.

Per questo non ci stancheremo mai di ripetere i numeri e i fatti che documentano la realtà, la «verità effettuale» come direbbe Machiavelli. Non ci stancheremo di ripetere che per quanto gli sbarchi siano di nuovo aumentati non c’è nessuna invasione.

La propaganda irresponsabile dell’attuale classe politica e di formazioni xenofobe e fasciste come Forza nuova e CasaPound mente palesemente, quando addita i migranti parlando di criminalità. E non solo perché se guardiamo alle statistiche la percentuale dei reati commessi da stranieri è costante dal 2015 mentre gli ingressi sono aumentati. Molti stranieri in carcere hanno subito la condizione inumana e discriminatoria prodotta dal concetto di “clandestinità” introdotto dalla legge Bossi-Fini. Una norma che ha istituzionalizzato il razzismo e creato manovalanza disperata per le organizzazioni criminali. È falso poi che la violenza subita dalle donne italiane sia opera di stranieri. La maggior parte delle violenze e degli abusi, come riportano tutte le ricerche ufficiali, avvengono fra le mura domestiche e nella maggior parte dei casi sono compiute da familiari e conoscenti. E non è vero che i migranti portano le malattie, anche per un fatto drammaticamente evidente, ci vuole un fisico non solo sano ma anche decisamente robusto per poter sopportare le fatiche, i pericoli e gli stenti di viaggi nel deserto e sui barconi. Semmai si ammalano qui anche a causa della “accoglienza” che ricevono.

In vista del 4 marzo abbiamo deciso di tornare a smontare ad una ad una le costruzioni ideologiche e i luoghi comuni sull’immigrazione costruiti ad hoc durante questa bruttissima campagna elettorale giocata sulla pelle dei migranti, non solo da parte delle destre.

La copertina disegnata da Vauro parla chiarissimo: «Respingiamoli». Da Berlusconi, con Salvini e Meloni, a Renzi e Bonino, passando per Di Maio, sono tutti sulla stessa barca delle promesse roboanti e di politiche liberiste e anti sociali. È quanto mai urgente una svolta. È importante far sentire la propria voce andando a votare, anche se c’è questa brutta legge elettorale. Lo sviluppo democratico del Paese passa anche attraverso un lavoro culturale per smascherare le radici ideologiche del razzismo, passa attraverso nuove alleanze fra donne e migranti come ha proposto la piattaforma di Non una di meno, necessita della piena affermazione di identità ancora oggi negate, passa attraverso l’estensione dei diritti, passa attraverso il pieno riconoscimento degli italiani senza cittadinanza. Gli esseri umani sono da sempre migranti, spostarsi da una regione all’altra, da un continente all’altro, è stato un fattore evolutivo nella storia di Homo sapiens. Non possiamo chiudere le porte ai profughi, non solo perché i trattati internazionali affermano che emigrare è un diritto umano universale. La nostra crescita e realizzazione come esseri umani vive degli incontri con lo straniero, con lo sconosciuto.

L’editoriale di Simona Maggiorelli è tratto da Left in edicola


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