Lo spettacolo di Fiamma Negri e Giusi Salis sbarca in Calabria, a Riace e Cinquefrondi, nella rete dei Comuni solidali. «Il teatro, come la vita, è politica. In questo particolare momento storico occorre contrastare il “vento del cambiamento” sui temi della solidarietà», dicono le autrici che lanciano una raccolta fondi

Da Cascina, provincia di Pisa a Riace e Cinquefrondi, provincia di Reggio Calabria. Lo spettacolo teatrale Eisbolé (“invasione” in greco antico) continua il tour di repliche ma ha bisogno di sostegno. Giusi Salis e Fiamma Negri, autrici e interpreti di Eisbolé, lanciano una raccolta fondi per portare nei comuni calabresi lo spettacolo cha ha debuttato a Cascina lo scorso dicembre.

La scelta dei luoghi non è casuale. Cascina è il primo comune toscano ad aver eletto un sindaco della Lega, Susanna Ceccardi; Riace e Cinquefrondi sono al contrario amministrate da due sindaci che fanno dell’inclusione e della difesa dei beni comuni la loro bandiera politica. E anche il teatro delle due autrici è politico, civile, e di resistenza culturale e umana.

«Utilizziamo lo strumento della dissacrazione e dell’ironia per cercare di instillare nel pubblico il dubbio della ragione sui temi dell’integrazione, dei conflitti, della precarietà sociale e dei diritti. Chi ruba il lavoro a chi? Quale è casa nostra e quale casa loro? E quello che acquistiamo dove e con quali costi umani viene prodotto? – spiegano le autrici – Questa estate saremo in Calabria, il 5 agosto al Riace in Festival e il 7 agosto a Cinquefrondi, ospiti della Rete dei Comuni solidali, della quale fanno parte anche i due comuni calabresi. Abbiamo accettato un cachet che non ci consente di coprire tutte le spese ma per noi è importante dare sostegno alle loro attività a favore dell’inclusione e contro la discriminazione».

Un’ora e mezzo di spettacolo durante il quale si riflette ridendo accompagnati dalla piacevole leggerezza del pensiero che, come insegna Calvino, non è superficialità ma al contrario un planare sulle cose dall’alto senza avere macigni. Un’operazione di gentile ma costante scalfittura teatrale che sembra riuscire a graffiare il muso nero della peggiore politica nostrana. Quella che parla di pacchia e di crociera per i migranti sfiniti in arrivo sulle coste italiane, o di zero quando si riferisce al valore del sindaco di Riace Mimmo Lucano, riconosciuto come una delle più influenti persone al mondo secondo la classifica di Fortune per aver fatto di Riace un esempio virtuoso nell’accoglienza ai migranti.

Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi, è invece il promotore del nuovo movimento culturale e politico Il Sud che sogna, già raccontato da Left, che riunisce una fitta rete di comitati, associazioni e singoli militanti che vogliono, e si mobilitano, per un Sud diverso: istruzione e cultura accessibili a tutte e tutti, sanità efficiente che eviti spostamenti estenuanti e costosi, acqua pubblica, rispetto e tutela dell’ambiente, energie rinnovabili, strategia rifiuti zero, messa in sicurezza del territorio, sviluppo del turismo sostenibile, azioni di contrasto civico e culturale alla criminalità organizzata e alla corruzione, progetti a sostegno della creazione di posti di lavoro.
«Il teatro, come la vita, è politica. In questo particolare momento storico avvertiamo l’assoluta necessità di contrastare il “vento del cambiamento” sui temi della solidarietà, dell’inclusione e della dimensione collettiva e umanitaria del nostro agire. I “nemici” non sono certo le persone più povere di noi, ma le speculazioni finanziarie, la corruzione e le ingiustizie sociali» concludono le due autrici.

E come è scritto nel manifesto programmatico del movimento Il Sud che sogna: “Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna in tanti è la realtà che comincia (proverbio africano)”.