La verità, senza bisogno di ipocrisie, l’ha dichiarata impunemente il consigliere Gino Mannocci, eletto a Pisa e capogruppo della lista “Pisa nel cuore”: «Si tratta di proposte che hanno lo scopo di disincentivare gli arrivi. Servono anche a disilludere i migranti africani: qui non troveranno il paradiso». La città della torre pendente, passata dall’amministrazione securitaria del sindaco Filippeschi (Pd) per cui Matteo Salvini ha più volte dichiarato ammirazione, al sindaco Michele Conti, direttamente eletto per la Lega, ha approvato venerdì 22 dicembre il Dup, (Documento unico di programmazione, una sorta di bilancio annuale preventivo). «Dall’analisi del documento emergono profili discriminatori sia nella parte di indirizzo, sugli obiettivi strategici, che nella sezione dei programmi». È questo il giudizio senza appello contenuto nel parere redatto dall’Altro diritto Onlus – Centro di informazione giuridica di secondo livello sul diritto degli stranieri, la tutela antidiscriminatoria per Anci e Regione Toscana in collaborazione con il Centro interuniversitario L’Altro diritto – Adir dell’Università degli studi di Firenze – in risposta ad un quesito formulato da Ciccio Auletta, eletto con la lista Diritti in Comune.
Ne sono scaturiti una serie di emendamenti, tutti respinti, ma questa volta votati anche dal Pd. Si tratta di un ennesimo “caso Lodi” ma per certi versi ancora più grave. La giunta Conti ha alzato il tiro, introducendo per l’accesso alle assegnazioni e prestazioni in tema di diritto alla casa «l’obbligo di produzione, da parte dei cittadini extracomunitari, di un certificato scritto, ottenibile mediante ambasciate e consolati, che certifichi i possedimenti immobiliari nella nazione di origine per poter accedere all’assegnazione degli alloggi popolari e alle prestazioni sociali agevolate in tema di diritto alla casa (servizi relativi al patrimonio di edilizia popolare residenziale, regolamento dell’emergenza abitativa, bando contributo affitti, regolamento)». Il sindaco leghista, nonostante l’esito del procedimento giudiziario a Lodi, dove il Comune è dovuto ritornare sulle sue decisioni e modificare immediatamente il proprio regolamento, ha insistito. Secondo Conti a proposito dei bambini figli di cittadini stranieri, che intendono usufruire del nido, l’amministrazione deve regolamentare ed emettere bandi che favoriscano i cittadini italiani, garantendogli un accesso prioritario in materia di prestazioni di sicurezza sociale.
Per Diritti in Comune, il Dup non era neanche votabile, tante sono le normative nazionali e internazionali violate: «l’accesso ai diritti sociali essenziali, per espressa previsione nazionale e europea, deve essere garantito a tutti i cittadini stranieri in condizioni di parità rispetto al cittadino italiano e indipendentemente dalla tipologia di permesso». Altro Diritto Onlus ribadisce che «tale documento rappresenta un’ipotesi di discriminazione diretta fondata sulla nazionalità, vietata sia dal diritto dell’Unione Europea di fonte primaria e derivata, che dal diritto interno».
Ora, alla ripresa dei lavori, il confronto inevitabilmente si alzerà sul piano politico e avrà ripercussioni di ordine giudiziario. Da Diritti in Comune non si lasciano intimorire: «Siamo sin d’ora pronti ad intraprendere tutte le azioni legali necessarie contro l’amministrazione comunale. Non è concepibile che l’intero apparato amministrativo di una città, sia politico che tecnico, possa ignorare l’illegittimità dei propri atti, esponendo il Comune di Pisa a gravosi danni».
«Andiamo avanti» ha dichiarato il sindaco. L’obiettivo è quello di fluidificare ogni problema affrontando eventuali problemi caso per caso e in base ai singoli bandi. Ma l’intenzione confermata è quella «di favorire chi in questi anni ha contribuito maggiormente al welfare dei pisani». Per Conti, i provvedimenti presi dalla sua giunta e approvati in consiglio, non hanno alcun carattere discriminatorio, semplicemente servono a impedire che chi non ha diritto usufruisca di benefici immeritati. Gli conviene forse chiedere consiglio alla sua collega di Lodi, magari scopre che con la sua trovata non solo danneggerà in maniera significativa l’immagine di uno dei poli turistici italiani, ma concretamente dovrà, in caso di procedura giudiziaria, risarcire chi si costituirà parte civile contro la sua amministrazione….ovviamente a spese della collettività che dichiara di difendere.