Il primo allarme sul clima arrivò nel 1988 e rimase inascoltato. Nel 2009 ci fu il Rapporto Onu. Oggi la mobilitazione di Greta Thunberg e dei Fridays for future scuote la politica mondiale. E dalla “tana del lupo” la giovane deputata dem propone il suo Green new deal

Da qualche tempo si parla molto del riscaldamento climatico e del Green new deal (nuovo corso verde). Improvvisamente abbiamo preso coscienza di un problema (l’emergenza ambientale) e abbiamo studiato la soluzione tramite un Green new deal? L’uomo ancora una volta dimostra la sua capacità di reazione? Non è così semplice.

In realtà già alla conferenza mondiale sul clima di Toronto del 1988 (31 anni fa!) la maggioranza degli scienziati concordava sul fatto che le temperature stavano aumentando e che la causa era l’attività antropica. E chiedevano “decisioni politiche immediate” per limitare l’emissione di anidride carbonica.

Le Nazioni Unite a inizio 2009 (oltre 10 anni fa) hanno pubblicato il report Global green new deal. Il 20 agosto 2018 Greta Thunberg iniziò la sua protesta chiedendo al governo svedese di occuparsi del cambiamento climatico. Dal suo esempio nasce il movimento ormai noto come Fridays for future. A inizio 2019 Alexandria Ocasio-Cortez propone la sua risoluzione sul Green new deal alla Camera dei deputati degli Stati Uniti. Greta Thunberg è riuscita ad attirare l’attenzione del mondo su un problema già documentato più di 30 anni prima dalla comunità scientifica.

Alexandria Ocasio-Cortez, fino a poco tempo fa semi-sconosciuta neo deputata americana, nella sua risoluzione propone interventi contro il riscaldamento climatico molto simili a quelle proposte dalle Nazioni Unite nel loro report del 2009 e rimaste finora inascoltate…

Guido Marinelli fa parte del Comitato nazionale èViva, cofondatore associazione PerIMolti, coordinatore comitato èViva di Roma Capitale

L’articolo di Guido Marinelli prosegue su Left in edicola dal 27 settembre

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