Dice Domenico Arcuri, commissario straordinario per l'emergenza Covid-19: «Noi abbiamo fatto al meglio la nostra parte, da lunedì tocca davvero a voi» e oggi è lunedì, quel lunedì che tocca a noi. Questa idea che sia stato fatto tutto quello che c'era da fare, condita sempre dal solito paternalismo a cui ci siamo abituati in queste settimane e che ora tocchi ai cittadini risolvere la convivenza con il virus è qualcosa che sfugge a qualsiasi percezione della realtà. Sia chiaro qui non si mette in discussione il fatto che il governo si sia ritrovato (con le regioni che vanno in ordine sparso) a provare a mettere ordine in un'emergenza che è arrivata improvvisa e funesta ma questa solita confusione nella comunicazione, oltre che nella scrittura delle regole, è qualcosa che aggiunge stress allo stress e che presta il fianco alle strumentalizzazioni. Che ci si concentri sui congiunti (altro pasticciaccio brutto di una burocratizzazione dei sentimenti che cade nel grottesco definendo gli affetti per linea di sangue e ingarbugliandosi in una selva che ovviamente produce solo figuracce) senza occuparsi piuttosto di un sistema di tracciamento e di tamponi che garantisca l'individuazione repentina di ogni nuovo focolaio è qualcosa che grida vendetta. Mentre si riapre sono ancora moltissime le testimonianze di persone che rimangono appese al dubbio di essere malate o di essere state malate, mentre si discute di seconde case in riva al mare e della differenza pelosa tra passeggiate e corsette e non ci è dato sapere come si intende portare a regime i test, il tracciamento, i tamponi e lo sfruttamento delle informazioni della prossima app. Non si capisce perché il paradigma usato con ottimi risultati in Veneto non venga replicato su scala nazionale e perché si insista nel dire che i tamponi vadano bene così. Forse sarebbe il caso che Arcuri e tutti gli altri ci dicano per bene come hanno intenzione di portare a termine le cose che spettano a loro per tracciare i contagi piuttosto che parenti e affetti stabili. Riporterebbe tutto a una discussione più tecnica, più importante, più sana e più rassicurante. O no? Buon lunedì.

Dice Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid-19: «Noi abbiamo fatto al meglio la nostra parte, da lunedì tocca davvero a voi» e oggi è lunedì, quel lunedì che tocca a noi. Questa idea che sia stato fatto tutto quello che c’era da fare, condita sempre dal solito paternalismo a cui ci siamo abituati in queste settimane e che ora tocchi ai cittadini risolvere la convivenza con il virus è qualcosa che sfugge a qualsiasi percezione della realtà.

Sia chiaro qui non si mette in discussione il fatto che il governo si sia ritrovato (con le regioni che vanno in ordine sparso) a provare a mettere ordine in un’emergenza che è arrivata improvvisa e funesta ma questa solita confusione nella comunicazione, oltre che nella scrittura delle regole, è qualcosa che aggiunge stress allo stress e che presta il fianco alle strumentalizzazioni.

Che ci si concentri sui congiunti (altro pasticciaccio brutto di una burocratizzazione dei sentimenti che cade nel grottesco definendo gli affetti per linea di sangue e ingarbugliandosi in una selva che ovviamente produce solo figuracce) senza occuparsi piuttosto di un sistema di tracciamento e di tamponi che garantisca l’individuazione repentina di ogni nuovo focolaio è qualcosa che grida vendetta.

Mentre si riapre sono ancora moltissime le testimonianze di persone che rimangono appese al dubbio di essere malate o di essere state malate, mentre si discute di seconde case in riva al mare e della differenza pelosa tra passeggiate e corsette e non ci è dato sapere come si intende portare a regime i test, il tracciamento, i tamponi e lo sfruttamento delle informazioni della prossima app. Non si capisce perché il paradigma usato con ottimi risultati in Veneto non venga replicato su scala nazionale e perché si insista nel dire che i tamponi vadano bene così.

Forse sarebbe il caso che Arcuri e tutti gli altri ci dicano per bene come hanno intenzione di portare a termine le cose che spettano a loro per tracciare i contagi piuttosto che parenti e affetti stabili. Riporterebbe tutto a una discussione più tecnica, più importante, più sana e più rassicurante. O no?

Buon lunedì.