Parte dei fondi del così detto Recovery fund, poi denominato Repair and prepare for the next generation Eu, costituiranno programmi di investimento europei centrati sul Green deal, un piano per la ripresa economica da attuarsi attraverso uno sviluppo verde e sostenibile.
L’obiettivo dell’Ue è quello di ridurre le emissioni di CO2 e quindi contenere gli effetti delle alterazioni climatiche attraverso il miglioramento dell’efficienza energetica, l’incremento nell’uso delle fonti rinnovabili, la riduzione della richiesta di energia, lo sviluppo dell’economia circolare, la gestione attenta del ciclo dei rifiuti, la riduzione delle vulnerabilità ambientali, in sintesi una nuova sostenibilità ambientale e sociale.
Considerando che il 70% della popolazione europea vive in città, la rigenerazione urbana-ambientale e il corrispondente sviluppo dell’economia locale dovrebbe costituire uno degli ambiti più importanti per la tanto auspicata ripresa e riconversione verso un’economia più sostenibile.
Di questo si parlerà prossimamente alla “III Conferenza nazionale delle Green city”, una web conference in programma il prossimo 9 luglio organizzata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Da alcuni decenni una risposta convincente alla necessità sempre più urgente di ridurre le emissioni di CO2 viene dall’architettura bioclimatica. Utilizzando attentamente gli elementi naturali quali sole, vento, acqua, terreno, vegetazione e ricorrendo a strategie progettuali “passive” l’architettura bioclimatica realizza edifici termicamente efficienti in grado di realizzare un alto grado di comfort interno, prescindendo dall’uso di impianti di riscaldamento e di raffrescamento.
Come ad esempio nel quartiere BedZed che sorge a Beddington alla periferia di Londra: pur essendo stato realizzato nel 2002 è ancora un esempio significativo di…
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