La buona notizia è che sono partite le sperimentazioni sull’uomo del vaccino anti-Covid. È bene però sapere che, quando entrerà in commercio, gran parte del mondo, a fronte di un problema planetario di salute pubblica, dovrà sottostare alle priorità stabilite da un mercato nelle mani di pochissime multinazionali private

Oltre 25 milioni di contagiati e quasi un milione di morti ufficiali nel mondo, con un trend di crescita ancora incontrollato in moltissimi Paesi, tra cui gli Stati Uniti con la loro costosissima sanità. Danni economici, sociali e personali incalcolabili, sovente irreversibili. Cicatrici profonde e indelebili nel vissuto di tutti e nella psiche di troppi. La separazione ormai nettissima e irreversibile tra un prima della pandemia da Sars-cov2, che non potrà più esserci, e la diversità ancora incerta di oggi. Affrontare bene la realtà profonda di questa lacerante separazione è fondamentale per il futuro personale e collettivo. Per fermare questa spesso drammatica situazione, che sa ancora di irreale, serve il vaccino; una parola intrisa di aspettative a volte non reali, che non regalerà impossibili miracoli ma, se intelligenti, ci aiuterà ad essere diversi.

Il vaccino è l’arma finale e definitiva contro questo nuovo coronavirus. Genialmente inventato da Jenner alla fine del ‘700 per debellare il vaiolo, è una delle più grandi scoperte della medicina perché ha letteralmente cambiato il corso della storia dell’uomo. È di questi giorni l’annuncio dell’Organizzazione mondiale della sanità che finalmente anche in Africa è stata ufficialmente eradicata la poliomielite; in realtà è l’annuncio di una clamorosa…

 

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L’autore: Quinto Tozzi è cardiologo; già responsabile di terapia intensiva cardiologica e già direttore ufficio Qualità e rischio clinico dell’Agenzia sanitaria nazionale (Agenas)

L’articolo prosegue su Left del 4-10 settembre

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