In attesa di conoscere a fondo la variante Omicron, il microbiologo Andrea Crisanti avverte: Test antigenici e tracciamenti sono un fallimento

Accelerare la campagna dei vaccini, fare al più presto la terza dose, utilizzare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, a cominciare dal “dimenticato” tracciamento. Rilancia questa urgenza Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, al quale abbiamo chiesto di aiutarci a capire quali scenari si aprono con la variante Omicron, mentre gran parte del Sud del mondo non ha nemmeno ricevuto la prima dose di vaccino.

Professor Crisanti vaccinare il più possibile è essenziale, ma potrebbe non essere sufficiente. Servono al contempo anche altri strumenti?
Parliamoci chiaro: se noi vaccinassimo tutta la popolazione italiana, 60 milioni di persone, ipoteticamente in un giorno, saremmo in grado di evitare ogni altra misura. Godremmo di una protezione di 4/5 mesi e non ci sarebbe trasmissione. Ma il fatto è che la vaccinazione è avvenuta per gradi, la durata della protezione è limitata. Via via che passa il tempo le persone sono sempre meno protette, se non fanno immediatamente la terza dose. La trasmissione del virus è piuttosto elevata.

Da cosa dipende l’entità della trasmissione?
Dipende dal rapporto fra protetti e non protetti. I non protetti sono le persone che…


L’articolo prosegue su Left del 3-9 dicembre 2021

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SOMMARIO

Direttore responsabile di Left. Ho lavorato in giornali di diverso orientamento, da Liberazione a La Nazione, scrivendo di letteratura e arte. Nella redazione di Avvenimenti dal 2002 e dal 2006 a Left occupandomi di cultura e scienza, prima come caposervizio, poi come caporedattore.