Il vaccino cubano Soberana 02 è l’unico al mondo progettato appositamente per la popolazione pediatrica. Nessun effetto collaterale grave è stato registrato dopo le somministrazioni nella fascia 2-18 anni

Pochi giorni fa M. è tornato finalmente a respirare da solo, senza l’aiuto di macchine, respiratori automatici o dei caschi usati nelle terapie sub-intensive. M. è un ragazzino di soli 11 anni che dall’8 novembre è ricoverato nella rianimazione dell’Ospedale pediatrico Santobono di Napoli dopo essersi ammalato di Covid. All’arrivo era in una situazione difficilissima, a rischio della sua stessa vita. Da qualche giorno, per fortuna, è in costante miglioramento. Festeggerà finalmente il suo undicesimo compleanno, anche se lì in reparto e senza poter ovviamente soffiare sulle candeline. E anche se lo farà in ritardo rispetto alla sua data di nascita, 20 novembre, lui, la sua famiglia e i suoi amici hanno di che esser felici e di che festeggiare.
M. non è purtroppo l’unico bambino in Italia ad aver sofferto e a soffrire a causa del Covid-19. Per quanto il coronavirus finora abbia inciso meno nei bambini che negli adulti, nel nostro Paese nella fascia d’età 0-19 abbiamo già pianto 35 morti. I numeri poi di bambini o adolescenti passati per terapie intensive (252), ospedalizzati (2.088) o comunque contagiati (235.157) che fornisce l’Istituto superiore di sanità restituiscono il quadro di un virus che non dispensa i bambini.

Alla luce di questi dati, a fronte della campagna di vaccinazione dei minori over 12 e del dibattito su quella per i minori under 12 rasenta l’incomprensibilità il silenzio che avvolge i vaccini non occidentali destinati a queste fasce di età, in particolare il cubano Soberana 02, che ha una caratteristica che lo rende di fatto unico al mondo. Si tratta, infatti, dell’«unico vaccino coniugato contro Sars-Cov-2, disegnato pensando direttamente alla popolazione pediatrica», per usare le parole del ricercatore del Cnr Fabrizio Chiodo, che ha partecipato in prima persona allo sviluppo dei vaccini con l’istituto epidemiologico Finlay de L’Avana. Tanto più appare sconcertante la “censura” occidentale se si considera che nelle ultime settimane la situazione dei contagi nella popolazione più giovane risulta in costante peggioramento. Se a fine ottobre il 24% dei contagiati era under 20, a fine novembre la percentuale era già salita al 30%, con particolare rilievo per la fascia 5-11 anni, che conta quasi il 50% dei contagi registrati nella popolazione minorenne.
Più aumentano i contagi tra giovani e giovanissimi, più avanza il…


L’articolo prosegue su Left del 17-23 dicembre 2021

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