Documentiamo un sistema fondato sull’omertà: più di 300 sacerdoti coinvolti in 20 anni, casi insabbiati e i vescovi che non denunciano all’autorità giudiziaria. Le vittime che abbiamo individuato sono centinaia ma lo Stato da sempre fa finta di nulla. Chiediamo verità, giustizia e prevenzione. Subito una commissione parlamentare d’inchiesta come quella sul femminicidio

Chi è il pedofilo? Cos’è la pedofilia? Cosa contraddistingue quella di matrice ecclesiastica? Quali sono le conseguenze per una vittima? Quanti sono i preti pedofili in Italia? Quante sono le loro vittime? Cosa fare quando si viene a conoscenza di una violenza subita da un bambino? A chi rivolgersi e a chi non rivolgersi per denunciare?

Sin da quando è nato Left – oggi, 17 febbraio sono esattamente 16 anni – dare una risposta a queste domande è stato uno dei nostri impegni prioritari. E lo abbiamo fatto con inchieste giornalistiche, dando voce alle vittime inascoltate e ignorate dalle istituzioni, oltre che con articoli divulgativi avvalendoci della competenza di esperti in varie discipline – avvocati, psichiatri, psicoterapeuti, storici, magistrati, psicologi. Siamo infatti convinti che uno degli errori più grandi del giornalismo in Italia consista nel raccontare il fenomeno criminale della pedofilia di matrice clericale come fosse una “semplice” somma di vicende di cronaca isolate, che accadono per caso all’interno delle parrocchie.

L’home page del database di Left

Una delle conseguenze è che, soprattutto dai grandi media e dalla tv, viene restituita all’opinione pubblica un’immagine falsata, parcellizzata di un crimine violentissimo che invece purtroppo è diffuso ovunque ed è malamente affrontato sia dalle istituzioni ecclesiastiche che da quelle laiche. Come se non ci fosse nulla da fare. Come se fosse inevitabile. La pedofilia è divenuta ormai un fenomeno endemico alla Chiesa cattolica. È stato accertato dalle inchieste realizzate negli ultimi 15 anni in Paesi come gli Stati Uniti, Olanda, Belgio, Irlanda, Germania, Francia, Australia. Ma è falso che non ci sia nulla da fare. Le stesse inchieste hanno dimostrato che solo affrontando la pedofilia clericale senza tare ideologiche, con l’obiettivo di mettere definitivamente la parola fine e avendo chiaramente presente cosa comporti per un bambino essere stuprato da un adulto di cui è stato indotto a fidarsi, solo così, dicevamo, si può iniziare a pensare di poter sradicare questo crimine da un ambiente culturale che per decenni, o meglio per secoli, ha sempre pensato a preservare l’istituzione religiosa da scandali che difficilmente avrebbe saputo giustificare, e mai si è preoccupato di tutelare i bambini dalla violenza. Una violenza omicida.

Chi legge Left sa che per noi questo è un punto cardine. Sulle nostre pagine più volte la violenza di un adulto su un bambino è stata definita da psichiatri e psicoterapeuti «un omicidio psichico». Tanto basterebbe, a nostro avviso, per mettere in allarme le autorità laiche preposte alla prevenzione e alla repressione di questi reati. Tanto dovrebbe bastare per non tollerare nemmeno una violenza in più e fare di tutto per impedirla. Invece nulla di tutto ciò. E questa intollerabile indifferenza è una delle concause che hanno reso endemica la pedofilia negli ambienti ecclesiastici.

Ormai l’Italia è rimasto l’unico Paese in cui la Chiesa e lo Stato non hanno mai voluto realizzare un’indagine su scala nazionale. Come leggerete nell’articolo di Marina Turi persino la “cattolicissima Spagna” si sta attivando per realizzare un’inchiesta indipendente. Una svolta storica resa possibile dall’eccellente lavoro d’inchiesta del quotidiano El Pais che nel 2018 ha preso le mosse dalla realizzazione di un database pubblicato sul proprio sito.

Da tempo noi di Left chiediamo che sia istituita una commissione parlamentare d’inchiesta sulla pedofilia nella Chiesa italiana come quella importantissima, già attiva, sul femminicidio. Ma il nostro appello fino a oggi è rimasto incredibilmente senza riscontro. Vogliamo pertanto sopperire a questa grave mancanza di informazioni con un nostro archivio online, il primo in Italia realizzato da una testata giornalistica. Una mancanza che è anche una inaccettabile disattenzione da parte della politica e delle istituzioni nei confronti della sicurezza e della salute psicofisica dei bambini.

Realizzato in collaborazione con l’associazione di vittime Rete L’Abuso che da anni gestisce un proprio archivio, lavorando su fonti originali, su fonti d’agenzia e giornalistiche, il database indica, laddove è possibile renderlo noto, il nome del sacerdote condannato o sotto inchiesta, il tipo di reato contestato, il numero conosciuto delle vittime, l’anno in cui è stato compiuto il reato, la data in cui il caso è divenuto noto, la diocesi di appartenenza. Un numeratore terrà aggiornato il conteggio dei sacerdoti coinvolti e delle loro vittime, mentre una parte del sito sarà dedicata all’archiviazione delle fonti giornalistiche e dei documenti. L’archivio è online dal 18 febbraio mostrando i primi 60 casi censiti e accertati (chiesaepedofilia.left.it). Sarà aggiornato costantemente e vi anticipiamo sin da ora che sono almeno 300 le “situazioni” documentate negli ultimi 20 anni, con centinaia e centinaia di vittime; sarà inoltre implementato da inchieste originali, interviste, analisi e riflessioni di esperti per dare un’interpretazione dei risultati ottenuti, con linguaggio chiaro e divulgativo.

L’obiettivo è fornire all’opinione pubblica un quadro d’insieme della situazione italiana per fare pressione sulla politica e le istituzioni affinché pongano in essere tutte le misure necessarie per prevenire ulteriori violenze – la pedofilia è notoriamente un crimine seriale – e per garantire tutta la necessaria assistenza psicologica alle vittime. Ci pare il minimo sindacale in un Paese civile.

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Se sei a conoscenza di un caso che non è stato segnalato o vuoi aggiungere nuove informazioni a quelle già pubblicate, puoi scriverci all’indirizzo email [email protected]


L’editoriale è tratto da Left del 18-24 febbraio 2022 

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SOMMARIO

Scrivevo già per Avvenimenti ma sono diventato giornalista nel momento in cui è nato Left e da allora non l'ho mai mollato. Ho avuto anche la fortuna di pubblicare articoli e inchieste su altri periodici tra cui "MicroMega", "Critica liberale", "Sette", il settimanale uruguaiano "Brecha" e "Latinoamerica", la rivista di Gianni Minà. Nel web sono stato condirettore di Cronache Laiche e firmo un blog su MicroMega. Ad oggi ho pubblicato tre libri con L'Asino d'oro edizioni: Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro (2010), Chiesa e pedofilia, il caso italiano (2014) e Figli rubati. L'Italia, la Chiesa e i desaparecidos (2015); e uno con Chiarelettere, insieme a Emanuela Provera: Giustizia divina (2018).