Come si studia in ogni corso di economia, il teorema fondamentale dello scambio dimostra che ciascun Paese, come anche ciascuna unità economica, dovrebbe produrre solo le merci per le quali è relativamente più efficiente. Per fare un esempio, anche se un Paese avanzato è più efficiente sia nell’agricoltura sia nell’industria rispetto ad un Paese povero, è bene per entrambi che il primo si dedichi all’industria, lasciando l’agricoltura a quello più povero. Lo stesso principio vale anche per la divisione del lavoro: un artigiano che fosse più bravo sia nel lavorare il legno sia i tessuti, si deve concentrare nella lavorazione dove è particolarmente efficiente, ad esempio del legno, lasciando i tessuti a chi è relativamente meno inefficiente.
Sebbene il principio illustri effettivamente i vantaggi della specializzazione produttiva, è dubbio che il mondo funzioni così. Il rischio, ad esempio, è che l’economia dei Paesi poveri possa rimanere legata a produzioni di minor valore, senza riuscir mai a colmare il divario con quelli più avanzati. Inoltre, minore è la diversificazione produttiva, maggiore è la dipendenza del Paese dai mercati internazionali, con la conseguente perdita di sovranità. Infine l’estrema specializzazione delle mansioni condanna il lavoratore a mansioni…
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