Un accordo tra il governo Meloni e quello di Tripoli prevede la consegna da parte del nostro Paese di cinque imbarcazioni. Serviranno, senza troppi giri di parole, a intercettare i disperati in mare per riportarli nelle prigioni libiche dove vengono costantemente violati i diritti umani

Si terrà oggi a Adria, in provincia di Rovigo, presso il Cantiere navale Vittoria, la cerimonia di consegna alle Autorità libiche di una motovedetta “classe 300 “di nuova fabbricazione, nell’ambito del progetto europeo Sibmmill (Support to integrated border and migration management in Libya). Lo riferisce una nota informativa congiunta dei ministeri degli Esteri e dell’Interno. Lo scorso 28 gennaio, in occasione della visita in Libia del presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Tripoli, i ministri Tajani e Mangoush hanno firmato un memorandum d’intesa che disciplina la consegna di cinque imbarcazioni alla Guardia costiera libica. Si tratta in particolare di due motovedette classe “Corrubia” (simili a quelle già in dotazione della Guardia costiera libica) e tre motovedette “classe 300” di nuova fabbricazione. Le motovedette classe 300 sono specializzate per le attività di salvataggio a mare (Search and Rescue, Sar); si tratta di una tipologia di imbarcazione già in uso alla Guardia costiera italiana.

La fornitura si inquadra nell’ambito del progetto europeo Sibmmil finanziato dal fondo della Commissione “Trust Fund Africa” di cui l’Italia è il principale soggetto attuatore attraverso il ministero dell’Interno. Il progetto, avviato nel luglio 2017, mira a rafforzare la capacità delle autorità libiche competenti nei settori della gestione delle frontiere e della migrazione, compresi il controllo e la sorveglianza delle frontiere, la lotta al contrabbando e alla tratta di esseri umani, la ricerca e il salvataggio in mare e nel deserto.

Gli obiettivi finti del progetto sono: rafforzare la capacità operativa delle autorità libiche competenti nella sorveglianza marittima, affrontando gli attraversamenti irregolari delle frontiere, compreso il rafforzamento delle operazioni Sar e dei relativi compiti di guardia costiera; allestire strutture di base per consentire alle guardie libiche di organizzare al meglio le operazioni Sar, di sorveglianza e controllo delle frontiere; assistere le autorità libiche interessate nella definizione e dichiarazione di una regione Sar libica con adeguate procedure operative standard Sar, compreso il completamento degli studi per sale operative a pieno titolo; sviluppare la capacità operativa delle autorità libiche competenti nella sorveglianza e nel controllo delle frontiere terrestri nel deserto, concentrandosi sulle sezioni dei confini meridionali maggiormente interessate dagli attraversamenti illegali.

Concretamente, senza troppi giri di parole, le nuove motovedette serviranno agli sgherri libici travestiti da Guardia costiera per accalappiare i disperati (che spesso pagano scafisti in combutta proprio con la cosiddetta Guardia costiera libica) per riportarli nelle prigioni libiche che l’Onu e le più importanti organizzazioni umanitarie hanno già bollato come illegali e infernali.

Complimenti. Buon lunedì.

Nella foto: una motovedetta della Guardia costiera “classe 300”

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.