Ora intervenga il presidente della Repubblica Mattarella, una petizione su change.org e una lettera aperta su Transform. Ci rivolgiamo a lui come garante della Costituzione in cui è incisa come cardine  la libertà di pensiero e di espressione.

Con sgomento apprendiamo che il fisico e scrittore Carlo Rovelli non rappresenterà l’Italia all’inaugurazione della Buchmesse di Francoforte, per le sue posizioni espresse per la pace sul palco del primo maggio e per le sue critiche al ministro Crosetto.

Lo sgomento è anche per la modalità e i contenuti della lettera con cui Riccardo Franco Levi, presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) – in questo caso in veste di emissario del governo – gli ha comunicato la sua decisione. Così scrive il professore Carlo Rovelli, rendendo pubblica la lettera che ha ricevuto:

 

Non è rimasta silente la casa editrice Adelphi che pubblica i libri del noto fisico e scrittore: «Apprendiamo che Carlo Rovelli non sarebbe più degno di rappresentare l’Italia, come ospite d’onore, alla Fiera di Francoforte nell’autunno 2024: un evento che si svolgerà fra un anno e mezzo. Il motivo? Ha espresso libere opinioni in una manifestazione pubblica. Ci preme dichiarare che l’autocensura da parte dell’Associazione Italiana Editori – e di chi la rappresenta – è una pratica imbarazzante in ogni paese che si definisca libero. Un episodio grave e una decisione dalla quale non possiamo che dissociarci, esprimendo tutta la nostra vicinanza all’autore”, scrivono Teresa Cremisi e Roberto Colajanni.

Auspichiamo che intervenga il presidente della Repubblica Mattarella (qui l’appello lanciato  su change.com.  Qui la lettera aperta al presidente lanciata da Transform). Auspichiamo il suo intervento come garante della Costituzione in cui è incisa come cardine  la libertà di pensiero e di espressione.

Il pensiero corre inevitabilmente ai tempi in cui i professori dovevano giurare fedeltà cieca al governo. In tanti con coraggio, rischiando la vita si rifiutarono, come racconta Giorgio Boatti nel libro Preferirei di no. Le storie di 12 professori che si opposero a Mussolini edito da Einaudi. Come tristemente ci ricorda sulla Gazzetta Ufficiale del 28 agosto del 1931 apparve il regio decreto n. 1227 che all’articolo 18 obbligava i docenti universitari a giurare devozione «alla Patria e al Regime Fascista». Su 1225 professori solo 12 rifiutarono il giuramento pur sapendo di dover subire, quale inevitabile conseguenza, il licenziamento.

Aggiornamento 15 maggio ore 19:40: Stop a Rovelli, poi il dietrofront Levi ci ripensa

Qui l’intervista di Left a Rovelli