Dal 1990 a oggi nel mondo ci sono stati circa 1050 casi, 11 in Italia, di quella che impropriamente viene definita Forgotten baby  syndrome. Alla base non c’è  affatto di una banale dimenticanza quanto una dinamica patologica non cosciente che altera completamente il rapporto con la realtà, e in particolare con la realtà umana

Con drammatica periodicità si presentano alla cronaca episodi di bambini morti per essere stati lasciati inconsapevolmente in auto dai genitori. Dal 1990 a oggi (prima i dati non erano attendibili) nel mondo ci sono stati circa 1050 casi, 11 in Italia, di quella che impropriamente viene definita Forgotten baby  syndrome.
Impropriamente in quanto alla base di questi eventi non c’è  affatto di una banale dimenticanza quanto una dinamica patologica non cosciente che altera completamente il rapporto con la realtà, e in particolare con la realtà umana.
L’ ennesima tragedia è avvenuta pochi giorni fa nella zona della Cecchignola a Roma dove il padre ha abbandonato in auto la figlia di 14 mesi convinto di averla accompagnata all’asilo.
Left nel corso degli anni ha proposto varie voci dissonanti rispetto a un panorama mediatico che continua a ribadire che alla base di questi episodi ci sia una concatenazione di eventi casuali e sfortunati.
Riproponiamo qui di seguito, tra i tanti, un articolo sul tema pubblicato su questa stessa rivista nel 2013. Segnaliamo anche un intervista a Massimo Fagioli su Articolo 21 del ottobre 2014 Dimenticare un mazzo di chiavi è amnesia, dimenticare un bambino è annullamento e un convegno che si tenne a Firenze nel 2018 dal titoloDimenticare” il bambino in auto. L’assenza che può uccidere, la cui registrazione è disponibile in rete e un volume omonimo a cura di G. Del Missier, L. Del Pace, A. Montanaro, C. Iannaco, F. Penta, M. Riggio (Aracne, 2020).
In calce un’ultima osservazione riguardante l’età dei bambini abbandonati. Tutti i casi avvenuti in Italia e la stragrande maggioranza di quelli esteri (fonte KidsandCars.org) riguardano bambini tra l’anno e i due anni di vita.
I bambini al di sotto dell’anno di età non vengono quasi mai dimenticati in auto e quindi evidentemente sono presenti nella mente dei loro genitori. Si tratta del resto di un periodo della vita dove l’accudimento richiesto è immenso e quasi costante per 24 ore al giorno.
Invece quando il bambino trascorso il primo anno di vita inizia un processo (che riguarda l’alimentazione, la deambulazione, il linguaggio, ecc.) che lo porta a diventare più indipendente può accadere, come dimostrato dai tragici casi di bambini abbandonati in auto, che sparisca dalla mente dei genitori. Perché accade questo? Perché il genitore non riesce a trovare un modo nuovo di rapportarsi con la realtà cambiata del bambino che è divenuto più grande e autonomo?
La ricerca su questo e altri temi riguardanti il rapporto adulti-bambino pensiamo potrebbe contribuire, come una corretta informazione mediatica, a un cambiamento culturale che smascheri la favoletta inquietante e priva di base scientifica che si tratti di eventi che possono accadere a tutti.

*L’autore: Psichiatra e psicoterapeuta, su questo tema Luca Giorgini ha pubblicato su Left Non chiamatela dimenticanza