Nel romanzo "Il misfatto della tonnara" lo scrittore racconta un tentato femminicidio in Sardegna e fa rivivere il contesto storico e umano delle prime lotte delle lavoratrici e delle suffragette
Una storia di femminismo dove non pensi di trovarlo: Cagliari 1905. Il nuovo libro di Francesco Abate, romanzo seriale arrivato al terzo volume racconta molto del passato che è stato cancellato dalla cultura patriarcale. Personaggi inventati o “ispirati”, ma eventi storici, cronaca caduta nell’oblio e che sono venuti a galla grazie a una scrittura essenziale, precisa, diretta mai superflua, frutto di ricerche e scoperte. Un’opera non fiction, che racconta con fedeltà giornalistica tutti i fatti. Il misfatto della tonnara, edito da Einaudi, si confronta con la contemporaneità riportando un quasi femminicidio indagato dalla protagonista di tutta la serie, Clara Simon, giovane e affascinante giornalista, metà italiana e metà cinese. Appena rientrata a Cagliari da Napoli in compagnia della governante ed ex sigaraia Maria Boi e dell’amato capitano dei carabinieri Rodolfo Saporito, Clara si trova subito travolta da una terribile notizia: la maestra Costanza Pes è stata brutalmente picchiata mentre tornava a casa dopo una manifestazione di suffragette guidate dalla collega Floriana Lepori, e rinvenuta in coma nella tonnara di Cala Regina. I medici sostengono che sarà difficile si riprenda. Intanto un colpevole la polizia lo ha arrestato. È Camillo Cappai, cugino del più noto Conte Roberto Cappai Pinna, nemico giurato di Clara e suo primo denigratore: le donne non dovrebbero fare le giornaliste. Eppure, stavolta è proprio il conte a chiedere l’aiuto di Clara, sicuro che il giovane Camillo sia innocente. La sera dell’aggressione alla Pes, infatti, era con l’amante, peccato si rifiuti di rivelarne il nome accettando di restare in galera. Solo Clara, secondo il conte, riuscirà a strappargli il segreto. Lei, a malincuore e per amore della verità, accetta e insieme all’amico d’infanzia e collega giornalista all’Unione, Ugo Fassberger, dà inizio alle indagini. Intanto, Rodolfo Saporito viene incaricato di fare lo stesso dal procuratore capo Pimentel anche lui convinto che l’arresto sia stato frettoloso e maldestro. I tre amici alla fine, con difficoltà e un fantasioso stratagemma, verranno a capo del mistero.

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