Erano uomini e donne, detenuti politici, ebrei, lavoratori arrestati dopo uno sciopero, traditi da spie fasciste. Migliaia di persone mandate a morire dal regime di Mussolini. Una pagina di storia messa in luce adesso da una accurata ricerca con video, documenti e interventi di storici. Come spiega l'autore del progetto, disponibile online

Una ricerca figlia di un viaggio di oltre 10mila chilometri raccolta in un sito disponibile gratuitamente online per spiegare il ruolo delle carceri e del fascismo nella deportazione di migliaia di italiani e italiane nei campi di concentramento nazisti. E dove sono presenti quasi 8 ore di contenuti, divisi in documentari, video spiegazioni sul ruolo delle maggiori carceri italiane, mappe, testi e audio interviste a personaggi come Aldo Cazzullo e Andrea Pennacchi o storici come Francesco Filippi, Mauro Canali, Filippo Focardi, Gianluca Fulvetti e Amedeo Osti Guerrazzi.
È questo Dalle carceri alla morte, progetto-percorso per studenti e non solo, finanziato dall’Ambasciata tedesca in Italia, che viene alla luce nei giorni in cui in tv spopola la serie su Mussolini ispirata ai libri di Antonio Scurati e dove Elon Musk viene accusato di aver fatto il saluto fascista.
Il progetto – ideato e coordinato da chi scrive e realizzato insieme all’associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned) coi video del regista Victor Musetti, la consulenza dello storico Costantino Di Sante, il lavoro del fonico Giuseppe Rotondi, degli informatici Andrea Venturi e Nicola Volpi, oltre alla progettazione del grafico Stephen Sbrana – si snoda su un percorso di 5 pagine web contenute all’interno del sito che è fruibile anche per non vedenti e non udenti.

Il campo di Mauthausen

Superata la home page, il visitatore inizierà il suo percorso cercando di capire chi, durante il regime, poteva finire nelle carceri fasciste e per quale motivo. Una spiegazione affidata, oltre che a brevi schede testuali, alle audio interviste allo storico Mauro Canali che spiega il ruolo delle spie fasciste e cosa si doveva “combinare” per essere attenzionati dagli uomini del regime in quello che potremmo definire “Il Grande Fratello fascista”, al professore dell’Università di Pisa Gianluca Fulvetti, che racconta la costruzione della dittatura, la messa a tacere degli oppositori e i luoghi di tortura del regime, e allo storico Giovanni Taurasi, che spiega chi finì nelle carceri fasciste. Insieme a queste interviste, la storia di Carlo Venegoni, oppositore del fascismo che finì prima in carcere, poi al confino e quindi deportato, raccontata in un video dal figlio.
Poi si prosegue con “Il ruolo delle carceri nella deportazione” dove si conoscerà tramite video spiegazioni l’importanza delle più importanti case circondariali italiane come San Vittore di Milano, Le Nuove di Torino, il Coroneo di Trieste, Marassi e La casa dello studente di Genova, Le Murate di Firenze, la Badia di Sulmona, San Giovanni in Monte di Bologna e Regina Coeli di Roma, spiegate dagli storici Amedeo Osti Guerrazzi, Andrea Ferrari, Franco Cecotti, Paolo Migone, Dario Venegoni, Valentina Gensini, Calogero Modica e Mario Giulio Salzano.

Una delle gallerie del campo di Ebensee dove fu deportato Mario-Piccioli

Quindi “Dal carcere ai campi: le storie”, cuore del lavoro dove con 5 brevi documentari video si raccontano le storie di altrettanti deportati per raccontare alcune tipologie di deportazione. La deportazione politica con la storia di Valrigo Mariani, deportato nel primo trasporto di politici dall’Italia partito da Regina Coeli, poi la deportazione delle donne, con la storia di Mirella Stanzione e Nina Tantini, che da Marassi finirono a Ravensbruck, quindi la deportazione dei lavoratori a seguito degli scioperi, con la storia di Andrea Lorenzetti deportato da San Vittore, la deportazione ebraica con la deportazione di Marco Moise Mustacchi dal Coroneo e la deportazione di chi era capitato nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, come quella di Mario Piccioli, “raccolto” nelle Leopoldine di Firenze.

La lapide commemorativa alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze

Poi in “Chi venne deportato dall’Italia” si fa luce sulla deportazione degli italiani e delle italiane, nelle audio interviste allo storico Claudio Vercelli, che spiega i numeri della deportazione e la sua importanza economica per la macchina bellica nazista, alla professoressa dell’Università di Bologna Roberta Mira, che racconta il destino dei lavoratori forzati deportati nel Terzo Reich, e alle storiche Alessandra Kersevan, che fa luce sull’invasione e i sistemi di repressione usati dal regime fascista in Jugoslavia, e Donatella Chiapponi, che spiega la lingua che veniva parlata nei campi di concentramento nazisti.
Quindi, per finire, il punto sul perché ne sappiamo poco di tutto questo e la situazione attuale. Troveranno spazio le audio interviste ad Aldo Cazzullo, che chiarisce se potrebbe tornare un regime fascista in Italia, lo storico Francesco Filippi, che spiega perché “Siamo ancora fascisti”, e lo storico Filippo Focardi, che smentisce la bufala del buon italiano in guerra. Tre interviste alle quali si uniscono le storie del padre di Andrea Pennacchi, partigiano deportato, raccontata dallo stesso attore e di Sergio Menin, spia fascista che fece torturare e deportare centinaia di persone.
Un sito nato per riempire una mancanza e per ricordare cosa sia stato realmente il regime fascista e il suo ruolo nella deportazione.

L’autore: Francesco Bertolucci, giornalista, ha ideato, coordinato e realizzato il progetto Dalle carceri alla morte

In apertura: ex carcere delle Murate a Firenze (questa foto e le altre concesse dall’autore)