L’ennesimo fallimento del progetto albanese del governo è avvenuto mentre la Camera approvava il cosiddetto “decreto migranti”

Nel quasi silenzio generale, mentre la presidente del Consiglio sbraitava in Parlamento, un’altra persona trasferita nel Cpr di Gjader, in Albania, è tornata in Italia ed è formalmente libera.

La giudice di pace di Roma, Emanuela Artone, ha sospeso la richiesta di riesame del trattenimento per la stessa pregiudiziale costituzionale già sollevata in merito ai Cpr italiani. C’è da stabilire se la detenzione di persone straniere per un tempo prorogabile fino a 18 mesi violi l’articolo 13 della Costituzione, considerando che modalità e procedimenti non sono ancora puntualmente disciplinati da una normativa di rango primario. C’è da verificare anche se venga leso il principio di eguaglianza (articolo 3 della Costituzione).

L’ennesimo fallimento del progetto albanese del governo è avvenuto mentre la Camera approvava il cosiddetto “decreto migranti” con 192 voti a favore e 111 contrari. Tutto questo mentre nell’immaginario collettivo l’“operazione Albania” viene ancora raccontata come un successo.

Finora il Cpr di Gjader ha rimpatriato 16 persone, riportate nei rispettivi Paesi dopo un viaggio di andata e ritorno con l’Italia. Molti di più, invece, sono stati liberati o ritrasferiti in altri Cpr sul territorio italiano. Tutto ciò attraverso continui viaggi sull’Adriatico, con l’impiego di mezzi e personale. Sedici persone rimpatriate, a fronte di costi enormi, per allestire lo spot pubblicitario più costoso, più inumano e più stupido che un governo possa immaginare.

Milioni di euro spesi per apparire abbastanza cattivi da saziare la bile dei propri elettori. Anche qui, ci starebbe bene un bello scrollamento di testa del ministro Giorgetti.

Buon giovedì.

Foto governo.it