Dalla slam poetry alla spoken word, un coro di voci femminili africane sfida stereotipi e silenzi, raccontando lotte, libertà e identità

Questo è «il ritratto di una prescelta... l’incarnazione di una profeta... perché solo loro conoscono il potere delle parole... Certo, hanno combattuto battaglie, ma prima vennero le parole e poi le spade... e io non credo né a spade né a fucili... o AK47... le pallottole fanno correre la gente per salvarsi la vita mentre le parole le inducono a voltarsi ed ascoltare... questo è il tiro con l’arco della poesia...i poeti parlano con le loro armi. Sono versi di Rajaa Bushara, poetessa sudanese morta in esilio al Cairo.

Più che esiliata era una rifugiata, una di quelle che era riuscita a fuggire da una guerra che da oltre due anni sta devastando un Paese e la vita di milioni di persone. Raj, come la chiamavano gli amici, usava la sua voce - unica cosa che possedeva realmente - per gridare il dolore di tante e tanti come lei a cui uomini assetati di potere rubano il futuro, rubano la vita.

Raj è una di quelle artiste che fanno parte del progetto AfroWomenPoetry il cui obiettivo è far diventare coro quelle voci sparse nel continente africano.

Nato nel 2017 sta raccontando l’universo femminile nell’Africa che cambia ma che - nonostante il cambiamento in corso, appunto - ci si ostina spesso a giudicare con vecchie logiche, vecchie opinioni, luoghi comuni e pregiudizi lontani dalla realtà. Sono le donne stesse a raccontarsi e lo fanno attraverso lo strumento poetico, attraverso la parola scritta ma anche declamata, diffusa negli happening, nelle scuole, nelle strade.

Non dobbiamo pensare a spazi chiusi, come la propria scrivania o le pagine di un libro con le parole stampate. Certo anche la poesia tradizionale è scritta per andare verso qualcuno ma i versi di queste artiste più che intimistici, più che moti dell’animo sono forme civili di protesta. Un impegno sociale e politico che racchiude l’esigenza personale di gridare la realtà che le circonda, l’esigenza di liberarsi, esporsi, uscire dall’invisibilità.

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