Storico gruppo italo-giappo-newyorkese, i Blonde Redhead (Makino e i gemelli Pace) dal 1993 a oggi hanno attraversato un’evoluzione sonora che li ha portati dal noise rock al dream pop e shoegaze (sonorità, con melodie sospese e texture sonore fluttuanti) fino alla maturità di oggi. In occasione dell’uscita del loro nuovo Ep e del concerto al Bonsai Garden di Bologna del primo luglio abbiamo intervistato Amedeo Pace. Ecco cosa ci ha detto.
Il nuovo Ep The Shadow of the Guest sembra un’opera sospesa tra sogno e inquietudine, dove il tempo viene rielaborato. Come nasce il desiderio di tornare su SitDown for Dinner e riplasmarne il materiale?
Da quando l’album è stato registrato il desiderio di Kazu è sempre stato quello di avere un coro di bambini sul brano “Before”. Siamo riusciti a realizzare il suo sogno e ad aggiungere anche “Via Savona”, “Coda” e “Rest of her life”. È stata una bella esperienza e un’importante fonte di ispirazione per noi, trovarsi circondati da questi piccoli umani così straordinari e molto coinvolti in questo lavoro.
Il titolo evoca una presenza forse invisibile. Chi è, per voi, “l’ospite nell’ombra”? È una figura reale, simbolica, politica?
È un qualcosa di legato in qualche modo al simbolismo della resistenza.
Qual è il confine tra rielaborazione e riscrittura? Cosa resta e cosa cambia quando si torna a lavorare su qualcosa di già compiuto?
Dipende. Se
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