In Villa Torlonia a Roma una mostra, fino al 2 novembre, invita a riscoprire Mario Mafai e Antonietta Raphaël, nel loro speciale sodalizio tra arte e vita

Nel silenzio quasi irreale di Villa Torlonia, a pochi passi da via Nomentana, una delle arterie più trafficate di Roma, il Casino dei Principi ospita una mostra dedicata a una coppia artistica del Novecento italiano, Mario Mafai e Antonietta Raphaël. La mostra ripercorre la vita e il lavoro dei due artisti, esponendo le loro opere in un percorso comune, fatto di continui rimandi iconografici. È il racconto del profondo legame tra i due artisti, iniziato in quella che lo storico dell’arte Roberto Longhi, nel 1929, definì «la scuola di via Cavour», riferendosi proprio all’indirizzo della casa dove abitavano i due. La mostra racconta una vita vissuta l’uno accanto all’altra, tra scambi e sfide reciproche, accordi, disaccordi e tre figlie.

Raphael, donna che si pettina

L’arte, fin dal titolo della retrospettiva, viene presentata come «un’altra forma di amore». In realtà, verrebbe da dire che non serve l’uno per raccontare l’altra, anche perché non è la prima mostra dedicata a entrambi contemporaneamente (se ne tennero già nel 1985 a Torino, poi nel 1994 a Roma e nel 2005 a Brescia). E, in fin dei conti, come non vedere che per le donne artiste, la coppia ha finito spesso per trasformarsi in una gabbia. Pensate a Camille Claudel, svilita dal rapporto tossico con il maestro e amante Rodin. O a Gabriele Munter, perennemente nel cono d’ombra di Kandinsky. Benedetta Cappa sotto lo smisurato ego di Marinetti. La fragile

Questo articolo è riservato agli abbonati

Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivista
Se sei già abbonato effettua il login