L’operazione militare speciale di Netanyahu e di Trump apparentemente ha avuto successo. Così ci viene raccontato l’attacco all’Iran, inaspettato e misterioso nei suoi obiettivi, compiuto dagli israeliani con l’aiuto degli Stati Uniti.
In realtà non sappiamo quasi nulla dei motivi reali dell’attacco. Si dice sia per l’uranio arricchito al 60% che sarebbe ciò che serve per fare una bomba atomica. Ma in realtà gli esperti della materia dicono che questa evenienza non vuol dire affatto che l’Iran stia in effetti costruendo una bomba o che sia in grado di farla in tempi brevi. Anche l’attacco americano al laboratorio segreto sotto una montagna avrebbe avuto successo ma anche di questo non sappiamo nulla se non che sono state usate le fantomatiche bombe “bunker buster” e ci sono le foto satellitari di 3 buchi nella montagna.
Certamente alcune importanti cariche militari e scientifiche iraniane sono state uccise dagli israeliani. Ma sappiamo anche che i missili iraniani sono riusciti a penetrare l’impenetrabile Iron dome, lo scudo antimissile di fabbricazione israeliana. La verità è che non sappiamo veramente dire chi sia il vincitore e chi il vinto. Probabilmente non c’è nessun vincitore e nessun vinto e questo significa che il vero sconfitto è Netanyahu. La tregua annunciata con parole degne di un grande show da Trump sembra un gioco delle parti in cui Trump si intesta un risultato che evidentemente è stato ottenuto imponendo ai due belligeranti di fermarsi: possiamo supporre Trump con Netanyahu e dall’altra parte i Paesi del Golfo Persico con l’Iran. Questa guerra non conveniva a nessuno. Probabilmente gli israeliani avevano prospettato risultati molto più eclatanti a Trump, come un nuovo regime amico in Iran nel giro di qualche giorno o l’uccisione di Khamenei, obiettivi che non sono stati raggiunti.
Era evidente a chiunque che una prosecuzione di questa guerra tra i due Paesi non confinanti sarebbe stata un dispendio disastroso di risorse e un problema enorme per tutto il mondo visto che dal Golfo Persico passa la gran parte del commercio di petrolio.
Quello che appare come un successo di Trump a me viene da pensare che sia in realtà un completo fallimento delle due superpotenze internazionali, Usa, Russia e anche delle potenze regionali Iran e Israele. È la dimostrazione che il mondo non è più ciò che era stato deciso con Yalta e con 45 anni di guerra fredda. Gli Usa hanno certamente dimostrato di avere una tecnologia militare potentissima, ma allo stesso tempo hanno detto con molta chiarezza che non sono più disposti a farsi trascinare direttamente in conflitti che vogliono opporsi ai cambiamenti geopolitici in corso. Trump voleva dimostrare di avere ancora la capacità di colpire chiunque e dovunque con grande potenza, ma forse ora c’è la consapevolezza, anche per effetto della terribile guerra in Ucraina, che le superpotenza americana non è poi così super come ce la immaginiamo o come ci è stata raccontata nei tanti film di guerra hollywoodiani.
La Russia, che compra dall’Iran droni e missili con cui attacca quotidianamente le città ucraine, è impantanata in un conflitto d’attrito che si rifiuta di chiamare guerra e che la sta logorando pesantemente, se non in termini economici sicuramente in termini di perdite di vite umane e quindi di consenso. È evidente che Putin abbia detto molto chiaramente all’Iran di non poter intervenire in suo aiuto. E probabilmente è anche questo un motivo per l’accettazione della tregua da parte iraniana. D’altro canto, sappiamo che Trump sta concedendo tempo a Putin per chiudere la guerra in Ucraina ma questo episodio dello scontro Israele – Iran, risoltosi in maniera così rapida, penso avrà un effetto anche sulla Russia. È evidente quanto la Russia sia in difficoltà e quanto voglia uscire dal pantano in cui si trova ma non può farlo per non ammettere di non essere più una super potenza. Forse il fatto che gli Usa di fatto lo ammettano rinunciando ad un escalation potrebbe aprire una possibilità che la Russia conceda una tregua all’Ucraina.
Israele ne esce fortemente sconfitto: Netanyahu da due anni si accanisce contro la popolazione inerme di Gaza. È riuscito in qualche modo a convincere Trump della pericolosità dei palestinesi e quindi ad avviare un vero e proprio assedio che ha portato alla fame 2 milioni di persone. La residua reputazione di Israele come Paese democratico e civile ormai è perduta. La necessità di trovare una via d’uscita dall’angolo in cui si è messo ha portato Netanyahu ad attaccare senza preavviso un nemico che si trova a 3000 km di distanza. Una apparente dimostrazione di forza che in realtà vuole nascondere le sue enormi debolezze. Netanyahu sa che dovrà rispondere delle sue decisioni e cerca di buttare la palla in tribuna iniziando una nuova guerra che, evidentemente nelle sue previsioni doveva durare anni, con il fondamentale contributo degli Usa. Ma non è più il tempo delle escalation infinite. Il mondo ormai è cambiato.
L’Iran è stato messo in grande difficoltà ma in qualche modo le forze moderate sono riuscite a prevalere, a non avviare un escalation che evidentemente avrebbe avuto conseguenze nefaste. Ecco io penso che proprio questa mancata risposta iraniana vada in realtà letta come un grande successo delle forze interne all’Iran che si oppongono al regime religioso. In particolare, la straordinaria resistenza del movimento Donna Vita Libertà che con coraggio e tenacia, pur sottoposto ad una terribile repressione, sta lentamente ma inesorabilmente rovesciando il regime degli Ayatollah. Un movimento democratico e laico, iniziato da donne che è per la liberazione di tutti. Ed è interessante leggere le tante donne iraniane che qui in Italia hanno scritto e detto come una guerra potesse essere un grande favore al regime degli ayatollah e un rallentamento verso una liberazione che impiegherà del tempo per avvenire ma è inevitabile. Chissà che in verità non fosse proprio questo l’obiettivo non dichiarato di Netanyahu, dare un motivo, una scusa, al regime religioso iraniano di aumentare la repressione verso i movimenti di ribellione culturale e democratica che sono presenti in Iran.
Le grandi religioni monoteistiche, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam, sono state nella storia motivo di guerre terribili che hanno fatto milioni di morti. Stranamente, pur avendo tutte un unico Dio che viene riconosciuto essere proprio lo stesso Dio (la Bibbia ebraica è anche quella cristiana e l’islam riconosce l’esistenza di Cristo come di un profeta nonché la Bibbia come libro rivelato da Dio) lo scontro religioso è stato giustificazione di massacri terribili, sia tra diverse fedi ma anche negli scontri tra diversi gruppi della stessa fede religiosa. Allora si potrebbe pensare che l’attacco di Israele all’Iran sia in realtà per togliere forza ai movimenti di ribellione democratica che ci sono nel Paese e in particolare proprio quel movimento delle donne Donna Vita Libertà, che mette al centro dell’azione politica un pensiero del tutto nuovo, in particolare nell’occidente ebraico-cristiano, per cui le donne non sono la costola di Adamo e quindi inferiori, non sono le responsabili del peccato originale, quella colpa infinita e inemendabile per aver voluto aprire gli occhi, aver voluto distinguere il bene dal male mangiando la mela, il frutto della conoscenza. La storia del peccato originale dice che è la donna che permette di aprire gli occhi e ribellarsi al dio disumano che vuole accecarci, non farci distinguere e sapere cosa è buono e cosa è cattivo.
È il rapporto con la donna che permette di vedere. Le donne iraniane sono la nuova Eva dell’umanità, ci fanno aprire gli occhi e ci dicono di liberarci da duemila e più anni di annullamento della loro realtà di esseri umani operato dai maschi che si realizzano razionali e ciechi quando sanno solo pensare al vantaggio economico e all’uso della forza per dirimere le inevitabili controversie. Le donne iraniane ci stanno mandando un messaggio, di una possibilità di liberazione culturale e politica dal giogo di un pensiero religioso millenario che ci impedisce di essere noi stessi e di vedere e sapere ciò che è buono e ciò che è cattivo. La possibilità di aprire gli occhi. Sarà anche per questo che il regime iraniano le acceca materialmente? Il mondo ormai è multipolare, le grandi super potenze non sono più super. Questa è la nuova realtà che si dispiegherà nel tempo e con cui ci troveremo a convivere. Gli stati e le potenze non hanno più la possibilità, economica e di consenso, di imbarcarsi in una nuova guerra di religione che sarebbe stata l’ennesima guerra contro le donne.