Mentre fuori infuriava la narrazione dell’ondata Omicron che là fuori è descritta come semplice raffreddore ho preso per la terza volta negli ultimi 2 anni il Covid. Avevo in corpo 2 vaccinazioni, con terza dose booster già prenotata, e avevo già contratto la malattia. Come accade a tutti si raccolgono le informazioni dai media che ci sono intorno e ho avuto la sensazione che questa nuova variante l’avremmo presa tutti, superandola con “qualche starnuto e un po’ di tosse” come ripetono sognanti il fior fiore delle star televisive di quest’epoca.
Ho fatto due tamponi mentre il mio Commissario straordinario generale Figliuolo diceva che un po’ di coda ci avrebbe fatto bene e ci invitava a non drammatizzare quelli che secondo lui sono solo “piccoli disagi”. La somma delle ore di coda per effettuare i due tamponi (un primo negativo e uno positivo pochi giorni dopo) si attesta sulle 10 ore. Non male per i saldi. Ovviamente in coda con febbre alta, stanchezza e problemi di ipertensione e cardiaci. Forte, ‘sto raffreddore, mi sono detto.
Quando la situazione si è aggravata l’unica soluzione era “andare al Pronto Soccorso” (non mi pareva una grande idea) oppure “chiamare un’ambulanza”. Queste sono le istruzioni che ho ricevuto. Ho pensato che probabilmente qualcuno fosse in una situazione peggiore della mia, così ho potuto provare il brivido dell’auto-vigilanza: incrociare le dita e sperare che tutto andasse bene.
Lo scorso giovedì alle 13.07 ho effettuato il tampone che ha sancito la fine della malattia. Meglio: io pensavo che fosse finita la malattia e invece un certificato di guarigione mi è arrivato 2 giorni dopo. Ma non è quello che conta, con il certificato non ne faccio nulla: il tampone negativo mi ha concesso un Green Pass valido 72 ore. Le 72 ore sono scadute ieri alle 13.07. Solo che questo fine settimana avrei potuto lavorare partecipando a una trasmissione televisiva ma non avrei avuto modo di prendere un treno, di prenotare un hotel, di entrare in uno studio televisivo. Ieri ho fatto una gita in famiglia ma senza copertura di Green Pass quindi non potendo entrare ovviamente in nessun locale, mangiando all’aperto e altre cose così, quelle che i No Green Pass riprendono in diretta sui loro social per essere rivoluzionari e che invece io trovo una grande rottura di coglioni.
Dalla guarigione dello scorso giovedì io non posso lavorare e ascolto presunti grandi esperti che mi dicono che il problema per l’economia sono le persone che si ammalano, che non hanno sintomi e fanno finta di stare male, che per divertimento vogliono farsi un tampone e che si inventano scuse per stare a casa.
Alla fine ci diventi, Djokovic, anche se hai voglia di essere in regola. La pandemia burocratica però a differenza della pandemia sanitaria ha delle chiare responsabilità.
Buon lunedì.