Non solo Palermo e Caivano. La violenza sulle donne è una piaga sociale ma il governo Meloni risponde minacciando il carcere per i minori di 14 anni e colpevolizzando le vittime. Ne parliamo con la psichiatra e psicoterapeuta Francesca Fagioli: «Il carcere è un colossale errore. Quello che non si dice mai è che senza una devianza psicologica, senza una crisi psicotica non si può arrivare a compiere fatti di questo tipo»
Docente della scuola Bios Psychè, la psichiatra e psicoterapeuta Francesca Fagioli ha dedicato molti anni alla ricerca e al lavoro in una struttura pubblica per casi di acuzie nell’età adolescenziale. Ci siamo rivolti a lei per capire cosa sta accadendo nel mondo dell’adolescenza, quali sono le forme in cui si esprime il disagio e la patologia oggi e se la prospettiva del carcere prospettata dal governo Meloni per i minorenni che delinquono non sia una soluzione peggiore del male. Ecco cosa ci ha risposto.
Alla luce della sua lunga esperienza, professoressa Fagioli come è cambiato il panorama negli ultimi anni, c’è una maggiore incidenza di casi di autolesionismo e di tentativi di suicidio come si legge sui giornali in particolare dopo la pandemia?
Con la pandemia molti adolescenti sono rimasti intrappolati in un lockdown emotivo oltre che fisico, di chiusura tra le mura domestiche che progressivamente ha portato a una chiusura in se stessi. La perdita di quelle relazioni fondamentali per la strutturazione di un processo identitario e cioè la scuola, lo sport, le feste tra amici, i concerti etc ha messo a dura prova il benessere dei ragazzi. Il mondo è diventato sempre più virtuale e chiedere aiuto è diventato sempre più complicato. Vari studi sulla popolazione adolescenziale hanno evidenziato un aumento dei sintomi ansioso-depressivi, autolesionismo e tentativi di suicidio con un incremento degli accessi in pronto soccorso e ricoveri nei reparti psichiatrici. Dopo un’iniziale calma apparente, i servizi di salute mentale per i giovani, hanno vissuto un’esplosione con la necessità di fornire risposte non solo al giovane bisognoso ma anche alla sua famiglia e alla scuola che frequenta.
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