Il Jazz per l'Aquila, la manifestazione diretta da Paolo Fresu, cambia programma e si spalma in oltre 20 città italiane. Ada Montellanico, Midj: «Ricostruire il cinema teatro e i soldi li gestiremo noi»

L’obiettivo dei musicisti jazz italiani adesso è ricostruire il Cinema teatro Garibaldi di Amatrice, un bell’edificio dal colore rosso vivo. Nel giro di pochi giorni la macchina del Jazz italiano per l’Aquila in programma dal 2 al 4 settembre ha rimesso in moto una nuova e capillare rete di concerti, il 4 settembre, a Roma, a L’Aquila e in altre 20 città italiane. Doveva essere la seconda edizione della manifestazione che nel 2015 ha riportato un fiume di persone (60mila) nella città colpita dal sisma del 2009. Ma il terremoto ad Amatrice e negli altri luoghi dell’Appennino con la sua scia di tragedie e distruzione ha sconvolto tutta l’organizzazione. Così il direttore artistico Paolo Fresu, Mibact, Comune de L’Aquila, Associazione I-Jazz, Midj, Musicisti italiani di Jazz e Casa del Jazz, sono arrivati alla decisione di annullare il programma. Che però è stato immediatamente cambiato e indirizzato verso un altro obiettivo: Il Jazz italiano per Amatrice e gli altri territori colpiti dal sisma.

«Non sarà la stessa cosa, ma il messaggio è unitario. Vogliamo comunque con un’azione corale portare solidarietà per la popolazione ma anche e soprattutto un aiuto concreto. Ci teniamo a dirlo, anche dopo la polemica innescata da Fiorello su dove vanno a finire i soldi dei concerti benefici: siamo noi a raccogliere i fondi per la ricostruzione del Cinema teatro di Amatrice e li gestiremo noi», sottolinea Ada Montellanico, presidente Midj, impegnata a organizzare in tempi da record la nuova manifestazione.  Oltre 500 musicisti  saranno impegnati nei palchi della Casa del Jazz di Roma, a L’Aquila, nel piazzale antistante la basilica di Collemaggio (dove l’anno scorso si tenne un affollatisismo concerto di Paolo Fresu) ma anche in altre città tra cui Milano, Torino, Napoli, Parma, Catania, Pisa, Lecce, Nuoro, addirittura Lampedusa (il programma città per città qui). Questo grazie anche ai direttori dei festival italiani che hanno dirottato i musicisti nelle piazze dove esistevano le condizioni materiali per far svolgere concerti.

La maratona del 2015 a L’Aquila, dalla mattina a notte inoltrata, è stata una pietra miliare, difficile da dimenticare. «Un inaspettato successo di musica ed emozione, talmente forte e pregnante – afferma Paolo Fresu – che forse la storia del jazz italiano si può ora dividere tra un prima e un dopo L’Aquila». La musicista romana ne evidenzia i risultati concreti. «L’evento dell’anno scorso non è stato solo un “eventone”, ha portato dei benefici reali, dall’accelerazione nella ricostruzione allo sviluppo delle attività musicali a L’Aquila. E poi ha ridato la voglia di fare, un po’ di speranza, ha lasciato una traccia profonda negli aquilani», continua Montellanico. Intanto, un primo risultato del crowdfunding è stato raggiunto, con la donazione di un pianoforte a coda al Conservatorio Alfredo Casella nel corso dei convegni previsti – e rimasti – a L’Aquila il 2 settembre. Adesso con il Jazz italiano per Amatrice l’obiettivo è il Cinema Teatro, un altro luogo da ricostruire per far sì che dalla cultura e dalla musica possa ripartire la vita di una comunità, pur attraversata dal dolore.

Per le donazioni: progetto “Un teatro per Amatrice” su www.eppela.com

Continua a leggere su Left in edicola dal 3 settembre l’intervista al pianista Franco D’Andrea

 

SOMMARIO ACQUISTA