Il Pd perde pezzi e Sinistra Italiana metà dei parlamentari, che vanno con Bersani e Pisapia a costruire «la casa dei progressisti» (che sosterrà Gentiloni). Urge un punto sui destini della sinistra

Prossimamente su Left vi racconteremo del grande valzer delle alleanze, un ballo che si aprirà molto presto, al ritmo delle trattative sulla legge elettorale, e che vedrà al centro della pista Bersani e Pisapia, che faranno probabilmente coppia fissa, come Nicola Fratoianni e Pippo Civati. Ora che, dopo quella nel Pd, si è però consumata anche la scissione in Sinistra Italiana – con 17 parlamentari, tra cui Scotto e D’Attorre, salpati verso gli ex dem – utile è prima fare un punto, una breve guida per capire la sinistra a sinistra del Pd.

Cominciamo allora proprio dalla scissione di Arturo Scotto, per un momento candidato alla segreteria di Sinistra italiana (di cui era già capogruppo alla Camera) e ora guida di una pattuglia di parlamentari (la maggioranza del gruppo, in realtà) che daranno vita a un nuovo gruppo insieme ai bersaniani. «Con Speranza, Pisapia, con tutte le forze che puntano a unire i progressisti italiani, vogliamo dare vita a un percorso costituente», ha detto infatti Scotto in conferenza stampa: un percorso «che dia una ‘casa’ ai progressisti».

I deputati che vanno con Scotto e D’Attorre sono Francesco “Ciccio” Ferrara, Donatella Duranti, Arcangelo Sannicandro, Carlo Galli, Florian Kronblicher, Lara Ricciatti,Gianni Melilla, Vincenzo Folino, Giovanna Martelli, Franco Bordo, Claudio Fava, Marisa Nicchi, Michele Piras, Filiberto Zaratti e Stefano Quaranta. Sono tanti, più di quanti sperasse Nicola Fratoianni, che giusto domenica scorsa è stato eletto segretario della neonata Sinistra italiana (qui alcuni video del congresso), accusata da Scotto&co di esser destinata a una deriva minoritaria. Nel gruppo – ma fuori dal Parlamento – ci sono anche dirigenti come Marco Furfaro, Maria Pia Pizzolante (con la rete Tilt) e soprattutto Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della regione Lazio, una vita in Rifondazione: non per nulla Smeriglio ha parlato dopo Michele Emiliano, Roberto Speranza e Enrico Rossi, all’iniziativa del Teatro Vittoria.

Fratoianni (e con lui Stefano Fassina, Vendola, Natalicchio e altri esponenti e fondatori di Si) respinge l’accusa degli ex e cerca di spiegare che prima di pensare al Pd (mentre nelle intenzioni sia di Pisapia che di Bersani c’è quella di mantenere un legame, magari proprio un’alleanza) sarebbe opportuno organizzare il campo della sinistra. Proprio per questo, rimasti solo in 14, alla Camera, i deputati di Sinistra Italiana dovrebbero unirsi ora con i civatiani e alcuni ex 5 stelle, tipo Artini, per ora nel misto. L’unione, peraltro, anticiperebbe quello che è un disegno buono anche per le prossime elezioni. Senza aver l’ambizione di fondare un unico partito, l’idea è quella di organizzare una galassia, un po’ sul modello Podemos, che – come vi abbiamo raccontato su Left del 18 febbraio – governa Barcellona e Madrid con una “coalizione sociale”, liste composte da diversi movimenti e partiti, compreso il partito di Iglesias, tutti autonomi, ma con programmi e processi decisionali condivisi e duraturi.

A sinistra del Pd, così, possiamo individuare per ora due aree. Quella più pronta all’alleanza (e che sosterrà il governo Gentiloni, pur – come dice Scotto – con l’idea di spostarne a sinistra la barra), e quella che alle elezioni vorrebbe andare con una posizione autonoma. Lì ci sono Sinistra Italiana e Possibile di Giuseppe Civati, che proprio questo week end, a Roma, ha organizzato una costituente delle idee, al centro congressi Roma Eventi, in via Alibert. «Tutto il materiale», è l’idea, «sarà messo a disposizione anche di altri soggetti associativi, sociali e politici interessati. Senza alcuna esclusività, senza alcuna proprietà, se non quella di tutti».

E se Civati sta ultimamente interpretando il ruolo di collante per l’area più radicale, stessa vocazione ha da tempo Rifondazione Comunista di Paolo Ferrero e Eleonora Forenza, europarlamentare (l’unica che ancora si vede di quelli eletti con la lista Tsipras: che fine ha fatto Barbara Spinelli?). Rifondazione farà il suo congresso a Spoleto dal 31 marzo al 2 aprile. Ferrero non sarà più segretario ma la linea resterà la stessa: nessuno si scioglie ma tutti si impegnano a cedere una quota di sovranità al soggetto unitario. Dentro cui dovrebbe esserci anche DemA, il movimento (dal nome velatamente autobiografico) di Luigi De Magistris. Prima prova, i referendum della Cgil.