Ho un sogno, nemmeno troppo recondito, di ribaltare le priorità. Ristabilire ad esempio un'apologia dei secondi, quelli che oggi facciamo marcire nei cassetti degli sconfitti. I secondi, badate bene, non sono quelli che sono stati toppo furbi o toppo poco furbi, nemmeno quelli che sono stati sconfitti perché stupidi, o quelli che erano troppo poco raccomandati, oppure quelli che non ci arrivano oppure quelli che non ne hanno voglia oppure quelli che si accontentano. I secondi che sono una gran parte della nostra Italia sono quelli hanno sfiorato le stelle, le riconoscono, ma rimangono incollati al pianerottolo per quelle cose terribilmente terrene: i costi, i disagi, gli imprevisti. Non hanno nulla di diverso dai vincitori e dagli sconfitti e per questi sarebbero una razza da preservare, clonare, studiare, cullare e tutelare. Tutelare, sì. Tutelare dicendogli che non c'è sconfitta o vittoria, che il mondo non si divide tra vincitori e vinti (come vorrebbero sempre i vincitori) ma che in realtà nella terra di mezzo nonostante i significati assunti nell'indagine romana in realtà vivono i complessi. I complessi che non possono essere classificati con banalità. Sono persone complesse, i secondi: hanno bisogno di occhi, cuore e occhi puliti e puri in grado di cogliere tutti i particolari. I secondi sono quelli che non hanno vinto. Che è ben diverso dai perdenti. I secondi sono quelli che fino alla fine sono convinti di potercela fare. I secondi sono quelli che stanno dietro ai primi, ai capipopolo che si sono autoincoronati ma i secondi ne hanno viste troppe per credere che ci possa essere un leader che riesca a contenere tutta questa dolorosa complessità. E allora resistono e desistono. Insieme. Noi, in questo Paese, dovremmo disamorarci dei primi, aiutare gli ultimi e cominciare a seguire con passione i secondi. Quelli che non si notano finché non riescono a farsi massa.
Come diceva Logan Pearsall Smith, Ci sono due scopi nella vita: il primo è di ottenere ciò che vogliamo; il secondo di godercelo. Solo i più saggi tra gli uomini riescono a compiere il secondo.
Buon venerdì.

Ho un sogno, nemmeno troppo recondito, di ribaltare le priorità. Ristabilire ad esempio un’apologia dei secondi, quelli che oggi facciamo marcire nei cassetti degli sconfitti. I secondi, badate bene, non sono quelli che sono stati toppo furbi o toppo poco furbi, nemmeno quelli che sono stati sconfitti perché stupidi, o quelli che erano troppo poco raccomandati, oppure quelli che non ci arrivano oppure quelli che non ne hanno voglia oppure quelli che si accontentano.

I secondi che sono una gran parte della nostra Italia sono quelli hanno sfiorato le stelle, le riconoscono, ma rimangono incollati al pianerottolo per quelle cose terribilmente terrene: i costi, i disagi, gli imprevisti. Non hanno nulla di diverso dai vincitori e dagli sconfitti e per questi sarebbero una razza da preservare, clonare, studiare, cullare e tutelare. Tutelare, sì. Tutelare dicendogli che non c’è sconfitta o vittoria, che il mondo non si divide tra vincitori e vinti (come vorrebbero sempre i vincitori) ma che in realtà nella terra di mezzo nonostante i significati assunti nell’indagine romana in realtà vivono i complessi. I complessi che non possono essere classificati con banalità. Sono persone complesse, i secondi: hanno bisogno di occhi, cuore e occhi puliti e puri in grado di cogliere tutti i particolari.

I secondi sono quelli che non hanno vinto. Che è ben diverso dai perdenti. I secondi sono quelli che fino alla fine sono convinti di potercela fare. I secondi sono quelli che stanno dietro ai primi, ai capipopolo che si sono autoincoronati ma i secondi ne hanno viste troppe per credere che ci possa essere un leader che riesca a contenere tutta questa dolorosa complessità. E allora resistono e desistono. Insieme.

Noi, in questo Paese, dovremmo disamorarci dei primi, aiutare gli ultimi e cominciare a seguire con passione i secondi. Quelli che non si notano finché non riescono a farsi massa.

Come diceva Logan Pearsall Smith, Ci sono due scopi nella vita: il primo è di ottenere ciò che vogliamo; il secondo di godercelo. Solo i più saggi tra gli uomini riescono a compiere il secondo.
Buon venerdì.