Luigi Di Maio da ministro degli Esteri ci dice che rispetta la sentenza della Cassazione (beh, almeno quello) ma aggiunge che "per lui" la mafia è un "atteggiamento" ancora "prima dei profili giudiziari". La frase andrebbe benissimo in un laboratorio a scuola contro il bullismo (ma neanche troppo) ma detta da un ministro confonde molto le acque in un Paese dove la legge fa la legge, il governo governa le leggi e il Parlamento dovrebbe scrivere o modificare le leggi. Per capirci: è un'uscita che serve per difendere la sindaca Raggi ma che ha lo spessore politico di una riflessione al bancone del bar. Ma tant'è. Quelli di Italia Viva dicono che Quota 100 è una vergogna, "per loro", ma che accettano di lasciarla nella prossima manovra. Però è una vergogna, ripetono. Ma solo "per loro", precisano. E però la voteranno. Qualcuno potrebbe chiedergli quindi perché la votano ma risponderebbero che è "per il bene del Paese" (solo perché non possono dire che quella dichiarazione gli serve per esistere, per differenziarsi dagli altri nel momento in cui devono lanciare il loro nuovo partito e quindi farsi notare). E vabbè. Poi c'è qualcuno che dice che la lotta all'evasione non deve mettere alla gogna i commercianti e i piccoli professionisti. Leggi le carte, le proposte e le dichiarazioni e ti accorgi che nessuno ha indicato i commercianti come causa fondante dell'evasione in Italia, nessuno ha additato nessuno. E quindi ti domandi che senso abbia fingere di smentire una dichiarazione che non è mai esistita soprattutto se stai governando con quelle stesse persone che smentisci. Loro precisano: "per me", "parlo per me". Ah, ok. Poi c'è chi dice che questo governo arriverà fino alla fine, lo diceva tutto il suo partito e invece ieri il segretario di quel partito dice che "andrà avanti finché serve al Paese". Ma come? Ma davvero? "Per me", risponde lui. Capito? Ora, ci sta che la dialettica politica sia un elemento normale anche in una compagine di governo ma c'è qualcuno da quelle parti che si rende conto quanto sia difficile dare credito a questo spettacolo qui fuori? Grazie. Buon giovedì.

Luigi Di Maio da ministro degli Esteri ci dice che rispetta la sentenza della Cassazione (beh, almeno quello) ma aggiunge che “per lui” la mafia è un “atteggiamento” ancora “prima dei profili giudiziari”. La frase andrebbe benissimo in un laboratorio a scuola contro il bullismo (ma neanche troppo) ma detta da un ministro confonde molto le acque in un Paese dove la legge fa la legge, il governo governa le leggi e il Parlamento dovrebbe scrivere o modificare le leggi. Per capirci: è un’uscita che serve per difendere la sindaca Raggi ma che ha lo spessore politico di una riflessione al bancone del bar. Ma tant’è.

Quelli di Italia Viva dicono che Quota 100 è una vergogna, “per loro”, ma che accettano di lasciarla nella prossima manovra. Però è una vergogna, ripetono. Ma solo “per loro”, precisano. E però la voteranno. Qualcuno potrebbe chiedergli quindi perché la votano ma risponderebbero che è “per il bene del Paese” (solo perché non possono dire che quella dichiarazione gli serve per esistere, per differenziarsi dagli altri nel momento in cui devono lanciare il loro nuovo partito e quindi farsi notare). E vabbè.

Poi c’è qualcuno che dice che la lotta all’evasione non deve mettere alla gogna i commercianti e i piccoli professionisti. Leggi le carte, le proposte e le dichiarazioni e ti accorgi che nessuno ha indicato i commercianti come causa fondante dell’evasione in Italia, nessuno ha additato nessuno. E quindi ti domandi che senso abbia fingere di smentire una dichiarazione che non è mai esistita soprattutto se stai governando con quelle stesse persone che smentisci. Loro precisano: “per me”, “parlo per me”. Ah, ok.

Poi c’è chi dice che questo governo arriverà fino alla fine, lo diceva tutto il suo partito e invece ieri il segretario di quel partito dice che “andrà avanti finché serve al Paese”. Ma come? Ma davvero? “Per me”, risponde lui. Capito?

Ora, ci sta che la dialettica politica sia un elemento normale anche in una compagine di governo ma c’è qualcuno da quelle parti che si rende conto quanto sia difficile dare credito a questo spettacolo qui fuori?

Grazie.

Buon giovedì.