L’Ong fondata da Gino Strada ha aperto un ospedale in Uganda. Progettata da Renzo Piano, la struttura specialistica per la cura di malattie infantili è anche un centro di formazione per il personale sanitario locale. Ne parliamo con la presidente Rossella Miccio

Non è la savana sterminata a fare da scenario, né la foresta decidua del Madagascar, l’unica in Africa che può essere chiamata “giungla”. È invece sulle sponde del lago Vittoria, a Entebbe in Uganda, che il Centro di chirurgia pediatrica di Emergency ha aperto ad aprile.
Un traguardo importante per l’associazione umanitaria, che ormai da dodici anni è impegnata nello sviluppo di strutture sanitarie specializzate nel continente africano. «L’ospedale in Uganda nasce dal centro Salam di cardiochirurgia, inaugurato nel 2007 a Karthum, in Sudan» racconta Rossella Miccio, presidente di Emergency. Tutto ha inizio dall’inaugurazione dell’ospedale e dal confronto con una delegazione del ministero della Sanità ugandese. «Fu proprio l’allora viceministro alla Sanità che lanciò il sasso», esprimendo la volontà di realizzare una struttura specialistica. Avevano bisogno di qualcuno che li sostenesse, per dar vita a una realtà fondamentale «non solo dal punto di vista della cura ma anche da quello della formazione del personale». Un anno dopo, il seminario “Building medicine on human rights” nell’isola di San Servolo, a Venezia. Qui si pongono le basi dell’Amne, l’African network of medical excellence, la Rete sanitaria d’eccellenza nata nel 2010 e composta da undici Paesi africani.

Proprio qui Emergency invita i ministri della Sanità delle nazioni confinanti con il Sudan e, dopo aver condiviso i primi risultati incoraggianti del centro Salam, si fonda un sodalizio che porterà da un lato all’impegno dei Paesi africani nel trovare risorse utili a creare sistemi sanitari specialistici – non limitati quindi alla sanità di primo livello -, e dall’altro alla definizione di alcuni principi indispensabili per una sanità veramente inclusiva. Uguaglianza, non discriminazione nell’accesso alle cure, qualità, responsabilità sociale. Si stabilisce con decisione che “qualità” non significa, come potrebbe accadere in questa parte di mondo, acquistare il modello di apparecchiatura più avanzato, ma mettersi dalla parte del paziente e per questo motivo incrementare i processi di formazione, scardinando le logiche fagocitanti del profitto in ambito sanitario.

Quanto al concetto di responsabilità sociale, la dichiarazione si fa ancora più decisiva, perché richiama i Paesi e i governi ad essere i primi responsabili nel garantire cure gratuite ai propri cittadini.
Dopo un anno di fermo a causa della pandemia, l’ospedale di Entebbe apre le porte della struttura progettata pro bono da Renzo Piano e dal suo Studio Rpbw assieme allo Studio TAMassociati e alla Building division di Emergency. La struttura si estende su un terreno di…


L’articolo prosegue su Left del 4-10 giugno 2021

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