Due o tre cose che bisogna sapere sul programma elettorale della destra

Conviene leggerlo con calma il “programma” elettorale che il centrodestra ha partorito dopo una lunga gestazione riempita di messaggi contraddittori.

Si capirebbe, ad esempio, che la flat tax per le partite iva altro non è che il modo per aumentare le (finte) collaborazioni con le aziende togliendole dall’impiccio di dover assumere. Rendere più conveniente la precarietà è un ulteriore passo verso una precarietà peggiore.

Ci si renderebbe conto che gli hotspot su Paesi stranieri (quello che Meloni fino a pochi giorni fa chiamava “blocco navale” e che invece non è altro che un appaltare il problema) è un’idea già di Boris Johnson nel Regno Unito. Andate a vedere la fine che sta facendo. Stupisce anche l’idiozia di credere che si possa trattare con Paesi instabili e inaffidabili. Se non fosse così la gente non scapperebbe, evidentemente. Notevole anche la faccia tosta con cui si parla di “integrazione”. Chi integrerebbero se non vogliono nessuno?

Leggendo il programma della peggiore destra di sempre ci si rende conto che è tutto miele per gli evasori fiscali. Facciamo i conti ancora oggi, nella situazione in cui siamo, con condoni mascherati, con innalzamento delle soglie dei contanti (le mafie ringraziano), con l’avversione per i pagamenti digitali (gli evasori applaudono) e con una riforma del fisco raccontata in due righe senza sapere da dove hanno intenzione di prendere i soldi.

Se leggete il programma della peggiore destra di sempre vi accorgerete che nonostante tutto il loro can can contro il Reddito di cittadinanza è ammuina elettorale. Anche la peggiore destra di sempre sa che i poveri votano, eccome, e quindi promette di regalare soldi (come l’innalzamento delle pensioni, le dentiere e tutto il resto) semplicemente chiamandoli in altro modo. Hanno negato la povertà e ora le chiedono il voto.

Se leggete il programma elettorale della peggiore destra di sempre vi rendete conto che il presidenzialismo fortemente voluto da Berlusconi (per accarezzare il sogno di diventare imperatore) è ancora più inquietante in un momento in cui il primo partito in Italia oggi presenta il suo simbolo con la fiamma tricolore. Quel partito a cui è bastato un passaggio di qualche secondo contro il fascismo per essere riabilitato.

Buon venerdì.

 

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.