«Ormai siamo a un passo dall'Eiar: il passaggio definitivo dal servizio pubblico a quello di Stato e di governo», ha detto il presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani a proposito degli emendamenti sulla par condicio nelle trasmissioni Rai proposti dalla maggioranza in vista delle prossime elezioni

«Ormai siamo a un passo dall’Eiar: il passaggio definitivo dal servizio pubblico a quello di Stato e di governo. A questo esecutivo non basta aver occupato in Rai tutto l’occupabile, ora si lavora anche a norme per piegare la par condicio alla propaganda di governo». Non usa giri di parole il presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani commentando gli emendamenti proposti dai partiti di governo alla delibera in Vigilanza Rai sulla par condicio in previsione delle elezioni nei prossimi mesi. 

Decidere di escludere dal computo delle presenze Giorgia Meloni perché presidente del Consiglio, Matteo Salvini perché ministro dei Trasporti e Infrastrutture e Antonio Tajani perché ministro degli Esteri fingendo che non siano anche i leader dei loro rispettivi partiti significa puntare all’occupazione delle reti pubbliche con una prepotenza inimmaginabile perfino ai tempi dell’onnivoro Berlusconi. 

L’emendamento 4.13 prevede che i programmi di approfondimento siano tenuti a “garantire la più ampia possibilità di espressione” fatto salvo “il principio della notiziabilità giornalistica”, ma soprattutto “la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”. In sostanza significa che la par condicio diventa un hobby per i partiti dell’opposizione. 

L’ipotesi di modifiche è talmente schifosa che è riuscita a riunire tutte le opposizioni in un comunicato congiunto. A definire “illiberali” gli emendamenti di Fratelli d’Italia ci sono anche quelli che sorridevano quando si parlava di pericolo autoritario. Ben arrivati. 

Buon martedì.