«Nella mia ricerca non ho trovato elementi di antisemitismo nelle proteste studentesche pro Palestina - dice la docente della Normale - le accuse vengono mosse per delegittimare il movimento»
Allarme sono antisemiti. Sui media italiani questa infamante accusa è stata più volte rivolta ai manifestanti pro Palestina, quanto c’è di vero e quanto è un tentativo di delegittimare il movimento? Lo abbiamo chiesto a Donatella Della Porta, docente di scienza politica alla Scuola Normale superiore di Pisa, nota per i suoi studi sui movimenti politici e che sta scrivendo proprio su questo tema per il volume Il panico morale e la repressione della protesta pro Palestina in uscita per Altraeconomia. «Ho parlato con molti manifestanti, ho visto filmati e ricerche e non ho riscontrato elementi di antisemitismo», afferma la studiosa.
Donatella Della Porta, docente di Scienza della politica alla Scuola Normale superiore di Pisa
«Non ho trovato proteste in cui venga attribuito la responsabilità di ciò che accade a Gaza agli ebrei. Invece sono state molto esplicite nel fare una differenza fra Israele e gli ebrei. E infatti gli ebrei, come organizzazione e in maniera individuale, sono stati molto presenti in queste proteste. Dunque, a mio avviso queste accuse sono un tentativo di delegittimare il movimento». Che l’accusa non stia in piedi lo dice anche il fatto che «tra il 20 e il 30 per cento degli studenti che sono stati colpiti dalla repressione nei campus universitari Usa sono ebrei. Sono giovani - racconta la sociologa - che dicono due volte Not in my name. Dicono no ai propri governi che forniscono armi ad Israele. E dicono no a Israele perché non vogliono essere rappresentati da quel governo di estrema destra. Il nostro essere ebrei, scrivono nei loro documenti, non può essere usato nel nome di un genocidio, nel nome di un apartheid». Gli studenti che negli Usa chiedono il cessate il fuoco in Palestina e per disinvestire in ricerche per la produzione di armi rischiano molto. La minaccia immediata per studenti e docenti è l’espulsione dall’Università, perlopiù private sulle quali i donatori esercitano una forte pressione, dice la docente della Normale. In Germania, aggiunge, «stanno addirittura proponendo leggi orientate ad espellere dall’università studenti che manifestano e che non hanno commesso alcun reato. È una repressione amministrativa che passa meno dal vaglio della corte costituzionale. Il leader della Cdu ha addirittura proposto di licenziare i docenti che criticano Israele». Come lo giustificano?

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