Di fronte a quest’onda nera servirebbe una cosa sola: l’autorevolezza dell’opposizione

Il melonismo si è ormai trasformato in corrente politica, corrente di pensiero e in un rullo compressore sui diritti. Ogni giorno accadono fatti gravissimi che si accumulano senza nemmeno lasciare lo spazio per essere smontati. Ieri, in Commissione antimafia, il generale Mori si è fatto portatore dell’ennesimo rovesciamento della realtà, con i magistrati antimafia finiti alla sbarra e con un nuovo tentativo di riscrivere gli anni delle stragi. Corre veloce il melonismo, sempre intento a riscrivere la storia.

Le bugie si ingrossano, finché non sono abbastanza forti da sfilare come se fossero realtà. Le narrazioni vengono rivendute come fatti, i numeri sbrindellati alla bisogna, le leggi piegate, la Costituzione fantasiosamente interpretata. Ovvio che in questo gioco i giornalisti vadano puniti, intimiditi, silenziati, perfino spiati.

L’autoritarismo non è più roba da Ungheria. L’autoritarismo sta qui, e confida nella sempre efficace sindrome della rana bollita di chi lo subisce.

Di fronte a quest’onda nera servirebbe una cosa sola: l’autorevolezza dell’opposizione. Un’opposizione ferma, compatta, facilmente leggibile, con le spalle larghe, con lo sguardo lungo. E invece forse è arrivato il momento di riconoscere che – per ora – non c’è. Se c’è, non funziona. Del Partito democratico si notano gli spifferi che di giorno in giorno diventano crepe, in attesa che la segretaria Schlein batta un colpo. Il M5s si annacqua sul referendum di cittadinanza, come se fosse un vezzo da hobbisti dei diritti. Tra le macerie del Terzo polo si sbanda tra maggioranza e opposizione, sperando di raccattare un sorso di percolato.

E dell’autorevolezza, chi si fa portatore?

Buon mercoledì.

Foto Gov
Foto NASA/JPL-Caltech