Da Montevideo, l'ultimo saluto all'ex presidente dell'Uruguay

Abbiamo dato il nostro “HASTA SIEMPRE” a José “Pepe” Mujica, ex presidente dell’Uruguay, conosciuto per la sua idea di sobrietà nella politica.
Abbiamo ascoltato in questi anni molti discorsi di quest’uomo, che, senza cercarlo e anche senza volerlo, è passato dall’anonimato al diventare una delle persone più ricercate dai giornalisti per interviste, dal cinema per documentari e film che raccontassero la sua storia.
Oggi, noi, il popolo uruguaiano, abbiamo salutato uno dei nostri personaggi politici più influenti della nostra storia.
Come da tradizione in Uruguay, il funerale di personalità molto influenti nella nostra cultura, come Eduardo Galeano, si è tenuto presso il Palacio Legislativo, ovvero il Parlamento, nel “Salón de los Pasos Perdidos”, un luogo di una bellezza profonda e imponente.

Ho partecipato non come giornalista, ma come parte della grande famiglia di amici che Pepe aveva, e proprio per questo solo oggi riesco a scrivere queste righe. Solo oggi mi sono sbloccata, dal dolore, da quel sentimento che ci causa la consapevolezza del fatto che non ci sarà più, che certi rituali non li potremo più condividere.

Sapevamo tutti da alcuni mesi che questo momento sarebbe arrivato presto, da quando a Pepe fu diagnosticata una metastasi e lui decise e annunciò di non sottoporsi più a cure. Ma anche se eravamo tutti preparati in qualche modo, alcuni anche con incarichi precisi da svolgere in questo giorno, la verità è che, quando un amico o parente a cui vogliamo bene viene a mancare, non si è mai davvero preparati.

Gabriela Pereyra mostra a Mujica la copertina di Left con la sua intervista

Ho assistito a molti funerali di ex presidenti e di personaggi della cultura amati dal popolo uruguaiano, ma ciò che è accaduto con Pepe non l’avevo mai visto. Per due giorni consecutivi chilometri di coda per entrare e passare davanti al suo feretro, portargli un fiore da lasciare ai piedi del feretro. Persone da luoghi lontanissimi, come il sud del Cile, o persino dalla Spagna e dall’Italia, sono venute per un silenzioso saluto.
Pepe non c’è più. Questa è la prima realtà con cui dobbiamo fare i conti. Ci sarà, politicamente, un prima e un dopo, e non solo in Uruguay, ma in tutta la regione, perché Pepe era un punto di riferimento imprescindibile.
Ho assistito al saluto di Lula, presidente del Brasile, e prima ancora di Boric, presidente del Cile. Ma mi ha molto commosso Lula. Si sa che erano legati da una forte amicizia, ma l’atteggiamento di Lula e di sua moglie con Lucía Topolansky, moglie di Pepe, e il dolore che Lula non poteva e forse non voleva nascondere sul suo volto, mi hanno profondamente toccata.
Da quando ho appreso la notizia del decesso di Pepe mi è passata davanti una vita, come in un film. Le nostre chiacchierate, le interviste che non erano mai interviste come di solito si fanno, ma ore di conversazione. E ho pensato che, grazie alle registrazioni fatte per possibili articoli, avrò per sempre questo ricordo. Il ricordo delle nostre voci, delle nostre risate, del rumore che arrivava dalla cucina mentre Lucía cucinava, il tango che ascoltava come sottofondo delle nostre conversazioni.
Quando ero in Italia e lo incontravo durante i suoi viaggi, o quando venivo al “paisito” a trovare la famiglia, Pepe mi chiedeva sempre: “Cosa aspetti a tornare in Uruguay?”. Alla fine, sono tornata nella mia terra e ho potuto godere della sua compagnia. Ci siamo arrabbiati tante volte, io con lui e lui con me, ma facevamo sempre pace subito.
E oggi ho visto un popolo che lo piangeva, non solo i suoi compagni politici, ma anche persone che pur non condividendo il suo modo di fare politica, sono stati toccati da quest’uomo che ha vissuto tutta la sua vita per il bene di chi ha meno.
Pepe Mujica è stato un uomo unico. Ha commesso errori come politico, ma il bilancio della sua storia politica è positivo, come dimostrano i volti bagnati di lacrime delle persone che hanno atteso per salutarlo.

L’Uruguay ha perso colui che ci ha fatto conoscere nel mondo per tante qualità oltre ai bravi calciatori. Nemmeno dopo aver interrotto le cure è stato mai fermo. Ha partecipato della campagna politica per le elezioni presidenziali e grazie anche a lui la sinistra è tornata a guidare l’Uruguay, ha incontrato amici, ha partecipato a riunioni e incontri e soprattutto se ne andava le mattine in giro col trattore a seminare sogni per chi rimane e a coltivare i propri seminati negli anni.

Ho letto stamattina un titolo che diceva che Mujica ha cambiato gli algoritmi, ed è proprio così. Non ha mai cercato i “mi piace” sui social, ma sono stati i social a cercare lui.

Ho avuto il privilegio di conoscere Pepe Mujica, e non potrò mai ringraziare abbastanza. Ne sono orgogliosa, perché, con i suoi pregi e i suoi difetti, è stato un uomo molto coerente. Un uomo giusto.
Le prossime generazioni impareranno che è esistito un politico che ha sempre pensato alla gente, al popolo, e che ha dato la sua vita per questo, pagando con oltre 13 anni di carcere in condizioni disumane.

Io ho perso un riferimento di vita, quasi un nonno, e il dolore è profondo, il vuoto sarà grande e nulla potrà riempirlo.
Mancherai, caro Vecchio, ma sei nei nostri cuori e sarai sempre tra noi.

Salù, carissimo Pepe!

 

L’autrice: Gabriela Pereyra è avvocata, attivista per i diritti umani e collaboratrice di Left