«All'inizio, essere straniera e proporre un ensemble tutto al femminile scatenava un muro di gomma. Oggi siamo un gruppo affiatato e riconosciuto in tutta Europa» racconta Ewa Anna Augustynowicz, direttrice artistica del gruppo che suona il 24 maggio a Roma

Il Giardino di Delizie è un dinamico e creativo ensemble femminile di musica antica, fondato dalla violinista e direttrice artistica Ewa Anna Augustynowicz.  Composto principalmente da musiciste sia di origine italiana che di nazionalità̀ polacca, l’ensemble ha incentrato fin dal suo esordio la propria ricerca musicale sulla produzione seicentesca proveniente da questi due grandi paesi.  Fin dal principio, le componenti del gruppo hanno voluto portare all’interno della formazione le proprie specifiche radici culturali e i peculiari linguaggi musicali ereditati dai paesi di origine, facendo di questo scambio e di questa dialettica il proprio punto di forza Il recente tour europeo ha toccato Spagna, Olanda, Polonia, Finlandia, Germania e Portogallo, il gruppo  sarà di nuovo in Italia il 24 e 25 maggio prossimi, abbiamo quindi colto  l’occasione per incontrare la direttrice artistica  Ewa Anna Augustynowicz.

Perché e come mai un ensemble tutto al femminile?

Sin dall’inizio noi proponiamo dei concerti di alta qualità musicale che fanno seguito ad una attenta ricerca filologica. Inizialmente mi sono trovata davanti a molte difficoltà, specialmente per il fatto, in primis  di essere straniera e in seconda battuta  di proporre un Ensemble tutto al femminile. Questo evidentemente scatenava e ancora scatena una sorta di muro di gomma nei nostri confronti. Ultimamente per fortuna ho cominciato ad avere il sostegno dell’istituto di cultura polacco, che colgo l’occasione per ringraziare, e di alcuni istituti di cultura italiani all’estero e questo ci ha portato ai risultati di cui parlavi. Purtroppo, è cosa nota che in generale le istituzioni politiche non sono molto interessate a promuovere l’arte e la musica, specialmente la musica antica che, almeno qui in Italia, generalmente non attira grandi masse di pubblico ovvero di elettori. All’estero invece i concerti di musica antica vedono quasi sempre il tutto esaurito.

Come ti spieghi questa situazione?

In molti paesi come la Polonia e la Germania, per esempio, l’insegnamento della musica comincia sin dalle scuole elementari: quando io ero piccola, in Polonia, la scuola non solo prevedeva lezioni di musica, ma ci forniva anche gli strumenti musicali per esercitarci e poi esibirci. Questo evidentemente crea un’attenzione diffusa verso la musica: i bambini poi, crescendo, continueranno a cercarla.

Ma da dove nasce la tua “passione” per un gruppo tutto al femminile? E, come direttrice artistica, da dove prendi l’energia per affrontare le mille difficoltà, i rapporti interpersonali, il rapporto col pubblico?

La mia “passione” come l’hai chiamata, forse nasce dal fatto che sono cresciuta con tre fratelli maschi e un padre tutti con dei forti caratteri e quindi, forse, ho sempre sentito il bisogno di trovare delle “sorelle” … Forza e calma probabilmente da mia madre che pur nei tanti momenti di difficoltà si è sempre rimboccata le maniche arrivando a fare fino a tre lavori contemporaneamente per permettere a tutti noi di finire l’università, laurearci e cercare la nostra strada nella vita. Poi, affinando i miei studi presso vari conservatori e le mie ricerche sui compositori meno conosciuti, mi è sempre più interessato provare a proporre una visione ed una interpretazione musicale al femminile, in quanto ritengo che questa sia diversa, nota bene non necessariamente migliore ma certamente diversa da quella maschile. Quando ho cominciato a suonare quasi tutti i gruppi o erano composti principalmente da uomini o quantomeno erano diretti da uomini. Io ho voluto provare a creare qualcosa di diverso.

I vostri concerti propongono un cast fino a tredici donne fra musiciste e cantanti, ci sono italiane, polacche ma anche giapponesi?

Eh sì, ultimamente formiamo un bel gruppo eterogeneo in cui però siamo tutte accomunate dalla passione per la musica antica. Devo dire che c’è una bella atmosfera tra di noi: spesso dopo i concerti andiamo tutte insieme: serissime sul lavoro ma allegre e leggere per tutto il resto. Questa forse è un’altra caratteristica che ci distingue dai gruppi maschili: per noi i rapporti umani, i rapporti tra di noi contano tantissimo, anche per poter raggiungere quella intesa assolutamente indispensabile per poter suonare bene insieme.

 Inizialmente hai avuto delle difficoltà a farti accettare nel ruolo di direttrice artistica?

In una prima fase avevo cercato di mettere su un team in cui, o almeno così speravo, ognuna di noi a parte suonare desse una mano per la ricerca di sponsor, per l’organizzazione delle tournée ecc e invece questo non succedeva. Alla fine mi sono rassegnata a dover fare tutto io, ma a quel punto mi sono anche data il titolo di direttrice artistica: apriti cielo! Tante colleghe, con cui poi ho dovuto rompere i rapporti, mi si sono girate contro! Io dovevo fare tutto,  ma poi dovevamo apparire come un team senza un leader particolare! Per carità, non è che ci tenessi ad un titolo così per vanagloria, ma visto che facevo tutto io, dall’ideazione dei progetti, al reperimento degli spartiti, dall’organizzazione delle prove fino a tutta la gestione dei trasporti ecc. volevo almeno che questo fosse riconosciuto. Ultimamente devo dire che non solo ho trovato il valido appoggio della mia collega Anna Skorupska che si occupa egregiamente delle nostre relazioni pubbliche, nonché dell’organizzazione e ideazione di nuovi progetti come, per esempio, “Maria & Maddalena”, ma anche che il mio ruolo è stato finalmente accettato!

E’ noto che ti preoccupi sempre di ottenere un giusto compenso per tutte le componenti del gruppo a rischio di dover rinunciare al tuo appannaggio; in un mondo in cui sembrano contare solo il denaro e l’apparire suona un po’ “anticonformista”?

Credo ci sia una sola risposta: la passione! La stessa che mi spingeva da ragazza a frequentare contemporaneamente due licei, quello istituzionale e in più quello musicale. Quella che mi porta ad anteporre la possibilità di ottenere dei bei risultati per tutte, anche dovendo far quadrare i conti rinunciando, quando il budget a disposizione è particolarmente basso, al mio cachet. Certo, se un giorno le istituzioni politiche cambiassero atteggiamento non nego che mi piacerebbe ottenere anche qualche soddisfazione economica, ma per il momento così è la vita.

Il doppio appuntamento live: Il 24 maggio a Roma Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, ore 17,00. Il 25 maggio a Montefiascone (Vt), Rocca dei Papi, ore 18

 

L’autore: Roberto Biasco è critico musicale e collaboratore di Left