L’azione di governo degli eredi politici di Almirante alimenta disuguaglianze e precariato. Ma soprattutto punta a disciplinare penalmente le questioni sociali per collocare l’Italia in una cornice di guerra globale che non ammette dissenso “interno”. Ecco quali sono i segnali più preoccupanti

I momenti di transizione storica delle società svolgono sovente la funzione di delineare, prima ancora che i caratteri del nuovo assetto in divenire, la cifra e il segno degli equilibri sistemici precedenti.

Così l’avvento del fascismo all’alba degli anni Venti del Novecento mostrò l’emergere di un fenomeno politico inedito (un regime reazionario di massa) ma specialmente l’irreversibile crisi dello Stato liberale. L’esito della Seconda guerra mondiale indicò prima di tutto la natura dei regimi nazifascisti, modellando in seguito la società su un profilo plurale e democratico. La fine della Guerra fredda avviò il tempo dell’ideologia totale del cosiddetto neoliberismo ma nella misura generale pose all’esame della storia il crollo del socialismo reale.

Oggi la transizione che accompagna il riflusso della globalizzazione ci consente di guardare alla radice della nostra democrazia, la Costituzione repubblicana, offrendo chiavi di lettura capaci di evidenziare i fenomeni più gravi che stanno informando (o deformando) il nostro presente.

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