L'Organizzazione mondiale della sanità definisce l’adolescenza come la seconda decade della vita umana, collocata tra i 10 e i 19 anni di età. In base a questa definizione, l’Institute for health metrics and evaluation riporta che gli adolescenti nel mondo sono un miliardo e trecento milioni, pari al 16% della popolazione globale. Una quota in crescita, secondo gli esperti della Second Lancet Commission on adolescent health and wellbeing, per cui nel 2030 gli adolescenti saranno il 25% della popolazione mondiale. Un potenziale umano straordinario di «creatori e custodi del futuro» da tutelare e sostenere in via prioritaria - scrive la Commissione nella Call to action 2025 - per «salvaguardare il nostro futuro collettivo, garantire una società più giusta e creare un pianeta più sano e produttivo».
«L’adolescenza - prosegue ancora la Commissione - è una fase chiave dello sviluppo in cui la crescita biologica e la maturazione psicologica hanno il potenziale, se alimentate e sostenute, di liberare le capacità dei giovani di essere gli innovatori, gli educatori, i promotori e i leader dei prossimi 50 anni».
Premettiamo che la letteratura è concorde nel considerare che, nell’attualità, un’età di 10-24 anni potrebbe risultare più coerente ad indicare questa fase di passaggio dall’infanzia all’età adulta, in quanto numerose tappe esistenziali e sociali si sono spostate in avanti, ad esempio il completamento degli studi, l’inserimento nel mondo del lavoro, il raggiungimento dell’indipendenza economica, l’esperienza della genitorialità.
Proprio su questa fascia di età - inclusiva dei cosiddetti Giovani adulti (19-24 anni) - si concentrano gli allarmi degli esperti, in quanto essa costituisce la fase di vita più a rischio di sviluppare una malattia mentale. Negli Stati Uniti, uno studio su una popolazione clinica di adulti con disturbi mentali ha rivelato Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivistaQuesto articolo è riservato agli abbonati
Se sei già abbonato effettua il login