Sarà davvero possibile utilizzare i vaccini ad mRna sintetico per curare il cancro come hanno assicurato nei giorni scorsi gli scienziati della Biontech che hanno contribuito a produrre il vaccino Comirnaty? Stando ai titoli di alcuni media potrebbe addirittura accadere entro 5 anni e questo ha contribuito ad aumentare la già incredibile notorietà dei vaccini a mRna (quelli creati da Moderna o Pfizer per intenderci). Da tempo ormai, nel bene e nel male, sono argomento di discussione quotidiana nei talk show televisivi, negli organi d’informazione e nei bar durante la pausa caffè. Per la maggior parte di noi sono diventati speranza di vita e di tornare alle quotidiane libertà personali, per altri sono un enorme fattore di ansia, generando dubbi e leggende metropolitane che attraverso le fake news sono arrivate a sfociare in vere e proprie teorie del complotto. Per fare chiarezza sulle potenzialità e reali prospettive di questa frontiera della biofarmacologia e sapere qualcosa di più sul funzionamento dei vaccini a mRna sintetico, abbiamo rivolto alcune domande a Michele Maio, ricercatore e direttore del Centro di immunoterapia oncologica al Policlinico Santa Maria alle Scotte a Siena.
Professor Maio come funziona un vaccino per il cancro?
Questo tipo di vaccino viene anche definito terapeutico poiché non serve per prevenire i tumori, come il nome potrebbe erroneamente far pensare, ma entra in gioco quando la malattia si è già manifestata, quindi come una vera e propria cura. I vaccini a mRna sintetico sono una tecnologia modulabile a seconda delle esigenze mediche. Consentono di “costringere” la cellula a produrre una singola proteina e renderla facilmente individuabile e attaccabile dal nostro sistema immunitario. Per esempio a Siena da oltre un anno lavoriamo con un vaccino a mRna identico, come costrutto, a quello per il Covid-19 di Pfizer.
Qual è la differenza?
Il “nostro”, invece di avere dentro Rna messaggero che codifica la proteina spike del virus, trasporta ai…
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