Premessa al libro di Left "Un vaccino contro il virus del negazionismo. Per una nuova società della conoscenza" - Un cardine della democrazia e della nostra Costituzione è il diritto di accesso all’istruzione, alla conoscenza e all’informazione per tutti i cittadini. Per poter deliberare con consapevolezza occorrono conoscenza e senso critico. E serve un dibattito pubblico di qualità e trasparente, una necessità che con la pandemia è divenuta ancor più palese. Con questo nuovo libro vogliamo contribuire a stimolarlo attraverso interventi e approfondimenti di scienziati, ricercatori, divulgatori e medici tra cui Carlo Rovelli, Elena Cattaneo, Alberto Mantovani, Silvio Garattini, Fabrizio Pregliasco, Salvo Di Grazia, Francesca Fagioli, Maria Gabriella Gatti e Annelore Homberg

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«La salute è importante ma altrettanto lo è l’economia» disse all’inizio dell’estate 2020 il dottor Alberto Zangrillo lanciando una sorta di manifesto degli ottimisti firmato dall’infettivologo Matteo Bassetti e altri in cui si parlava di casi di Covid-19 «debolmente positivi». Il direttore della terapia intensiva al San Raffaele di Milano, noto per essere stato il medico di Berlusconi, aveva già acquisito visibilità alla fine di maggio affermando in diretta da Lucia Annunziata su Rai 3 che il Sars-Cov-2 «dal punto di vista clinico non esiste più». Eppure sapeva bene Zangrillo che il calo di contagi dopo i terribili mesi di marzo e aprile, oltre all’impegno incessante di medici e infermieri, era dovuto in primis al funzionamento delle basilari misure di distanziamento fisico e di igiene. Sostenere che il virus si stesse indebolendo e che fosse diventato meno aggressivo come hanno fatto insieme a lui, senza uno straccio di evidenza scientifica, alcuni altri medici è stato a dir poco irresponsabile. E ben presto, purtroppo, sono stati smentiti dai fatti. Ma anche da autorevoli virologi e specialisti. Nonché da un contro manifesto di scienziati che però – curiosamente – non fu altrettanto rilanciato dai media mainstream. Allo stesso tempo la comunità scientifica internazionale non smise mai di dire che non si dovesse abbassare la guardia dal momento che non disponiamo ancora né di un vaccino né di farmaci ad hoc per questa malattia. Ma è stato inutile. Come se non bastassero il dolore per le vittime della pandemia e le difficoltà dovute alla crisi economica, negazionisti e complottisti, anche tra i politici, a partire da alcuni leader della destra, su tutti Matteo Salvini e Giorgia Meloni, incuranti del rischio di farci pagare un prezzo se possibile ancor più alto, non hanno mai lesinato le loro fandonie sull’inutilità delle mascherine e della prevenzione.

È bene ricordare che il capo della Lega il 27 luglio 2020 ha addirittura partecipato a un convegno di negazionisti che si è tenuto in Senato, rifiutandosi di indossare la mascherina, per dire che non c’era alcun pericolo. Salvo poi accusare i migranti di essere degli untori. Negazionista intermittente, a seconda della convenienza, insieme a esponenti di Forza nuova, Salvini è fra quanti hanno cavalcato e cavalcano cinicamente stanchezza e malessere sociale per far cadere il Paese in una crisi ancor più grave. Costoro sono in buona (si fa per dire) compagnia. Due nomi per tutti: Trump e Bolsonaro. Ricordiamo tutti l’ingiustificato scetticismo dell’ex presidente Usa sull’efficacia dei dispositivi di protezione personale e gli sproloqui contro provvedimenti restrittivi adottati da numerosi Stati americani per tentare di rallentare la crescita dei contagi. Questo nonostante il 31 luglio 2020, audito da una commissione speciale del Congresso Usa, l’immunologo Anthony Fauci avesse avvertito che il virus negli Stati Uniti continuava ad essere fuori controllo. Anche perché, disse, gran parte delle attività economiche non si sono mai fermate. Consigliere della Casa Bianca per la gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19 e direttore del National institute of allergy and infectiousdiseases da quando il presidente Usa era Reagan, Fauci per questa sua posizione prudente nei confronti della pandemia perché basata sulle evidenze scientifiche è stato più volte attaccato da Donald Trump. L’ex presidente non lo faceva a caso.

Il negazionismo è un virus e diffusissimo negli Usa alimentato dal mito nazionale del produrre e consumare a tutti i costi, da una storica avversione dei conservatori nordamericani verso i dettami della scienza, e da predicatori di sette evangeliche che hanno sostenuto Trump. Ma c’è forse anche dell’altro: una diffusa e mal intesa idea di libertà personale che si traduce in un rifiuto delle norme (in questo caso sanitarie), infischiandosene dei rischi per sé e per gli altri. Su questa stessa linea di Trump e dei leader della destra nostrana si è mosso il presidente brasiliano Bolsonaro, l’amico di Salvini, che ancora nell’agosto 2020 di fronte a 6mln di casi e oltre 150mila cittadini brasiliani morti parlava del Covid come di una banale influenza. Ma non si può nemmeno negare la responsabilità dei media: quando, ci chiediamo, televisione, radio e giornali smetteranno di commettere l’errore stupido ma frequente di trattare come punti di vista equivalenti chi presenta fatti veri e chi esprime idee strampalate senza alcuna competenza?

Sottovalutare il Covid-19 considerandolo solo un’influenza, sminuirne le conseguenze senza l’avallo di adeguate conoscenze scientifiche, convincere che l’uso delle mascherine è inutile, equivale ad una condotta criminale che può costare, ed è costato, la vita a centinaia di migliaia di persone. Nonostante ciò questi politici hanno un seguito. Trump, per dire, ha preso 70milioni di voti alle presidenziali nonostante la gestione scellerata della pandemia e le 270mila vittime statunitensi.

Come ci si può difendere da queste persone e dalle idee velenose di cui si fanno promotori? È una delle domande chiave a cui vogliamo rispondere con questo libro. «Delegittimare la scienza è un passo verso il potere dell’idiozia» diceva nel 2017 il fisico Carlo Rovelli. E certamente viviamo in un’epoca in cui la scienza, la ricerca ma anche l’istruzione pubblica vengono costantemente delegittimate (e definanziate). È questo il motivo per cui il negazionismo dei no vax o dei no mask attecchisce fino a mettere in dubbio l’utilità dei vaccini anti-Covid che si spera saranno pronti nel 2021 e una pandemia che ha ucciso almeno un milione e mezzo di persone nel mondo in pochi mesi? C’è un nesso tra queste idee e quelle criminali di chi nega l’Olocausto? E quelle xenofobe di chi nega l’identità umana dei migranti hanno una matrice comune? Altre domande che attraversano il libro alle quali vogliamo provare a dare una risposta.

«Complottismo, razzismo, annullamento sistematico della verità storica oggi confluiscono nel fiume in piena del negazionismo che, alimentato da soggetti senza scrupoli, rischia di travolgere le deboli difese di popolazioni stremate dal lockdown e dalla crisi economica» scrive lo psichiatra Fargnoli. Oltre a lui e Rovelli, Cattaneo, Garattini, Defanti, Mantovani, Pregliasco, Di Grazia, Fagioli, Homberg, Gatti, Masini e numerosi altri esperti in diverse discipline ci aiutano in queste pagine a leggere il fenomeno del negazionismo da diversi punti di osservazione, indagandone le radici.
Un cardine della democrazia e della nostra Costituzione è il diritto di accesso all’istruzione, alla conoscenza e all’informazione per tutti i cittadini. Per poter deliberare con consapevolezza occorrono conoscenza e senso critico. E serve un dibattito pubblico di qualità e trasparente. Noi di Left con questo libro vogliamo contribuire a stimolarlo.

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Scrivevo già per Avvenimenti ma sono diventato giornalista nel momento in cui è nato Left e da allora non l'ho mai mollato. Ho avuto anche la fortuna di pubblicare articoli e inchieste su altri periodici tra cui "MicroMega", "Critica liberale", "Sette", il settimanale uruguaiano "Brecha" e "Latinoamerica", la rivista di Gianni Minà. Nel web sono stato condirettore di Cronache Laiche e firmo un blog su MicroMega. Ad oggi ho pubblicato tre libri con L'Asino d'oro edizioni: Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro (2010), Chiesa e pedofilia, il caso italiano (2014) e Figli rubati. L'Italia, la Chiesa e i desaparecidos (2015); e uno con Chiarelettere, insieme a Emanuela Provera: Giustizia divina (2018).