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Le cinque delle 13.00

Caso Cucchi: ricorso in Cassazione della famiglia e della Procura generale

La Procura generale di Roma e i familiari di Stefano Cucchi, il giovane morto in ospedale una settimana dopo il suo arresto per droga a Roma, hanno depositato il ricorso in Cassazione contro la sentenza con la quale i giudici d’appello hanno assolto sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria. Per il Pg la sentenza con la quale la Corte d’assise d’appello di Roma ha assolto tutti gli imputati per la morte di Cucchi è a più riprese illogica e contraddittoria.

PROTESTE
Studenti in corteo contro la riforma della scuola del governo Renzi
Centinaia di studenti sfilano in tutta Italia per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi. E’ partito da piazza della Repubblica a Roma il corteo degli studenti contro le linee guida del Governo su La buona scuola. In testa un grosso striscione con su scritto: 12 marzo una generazione che non si arrende. A Torino uno striscione con la scritta ‘Stop buona scuola, un passo indietro’. A Milano lancio di uova all’Expo Gate di largo Cairoli.

ECONOMIA
Titoli di Stato: spread sotto 90 punti
La spinta del Quantitative easing della Bce, dopo appena tre giorni di acquisti di bond, si vede sempre più netta sui titoli di Stato. Lo spread tra il Btp a 10 anni e l’omologo Bund tedesco scende sotto i 90 punti base, toccando quota 84, un livello che non si vedeva da settembre 2008. Il tasso di rendimento dei nostri titoli decennali cala di conseguenza all’1,04%, segnando un nuovo minimo storico.

USA
Ferguson: spari contro la polizia, feriti due agenti
Spari davanti al commissariato di Ferguson, nel Missouri, durante una manifestazione inscenata a seguito delle dimissioni del capo della polizia, Thomas Jackson. La gente era tornata in strada per protestare contro il trattamento razzista riservato dagli agenti di Ferguson, in prevalenza bianchi, contro la popolazione nera. Gli agenti fronteggiavano un folla contenuta, solo alcune decine di persone, quando si sono udite le detonazioni, colpiti due agenti davanti alla sede della polizia, uno è ferito a una spalla, un altro al volto.

GUERRA
Isis usa bombe al cloro in Iraq, Bbc mostra immagini
Più volte era stato riferito dell’uso di gas clorino dall’anno scorso, ma solo ora arriva una conferma ufficiale da parte delle autorità irachene sulla base di alcuni filmati della Bbc. Le bombe al cloro, secondo Haider Taher del nucleo artificieri iracheno, vengono fabbricate artificialmente e il gas che emanano è particolarmente tossico per chi lo respira: il cloro infatti brucia i polmoni quando viene inalato in grandi quantità, anche se non è dannoso come il gas nervino. La loro funzione è più che altro psicologica: la nube di fumo arancione che emanano con l’esplosione semina il panico tra la gente.

Switch2Product, concorso di Polihub per prodotti e servizi hi-tech

Più di 600 posti di lavoro creati e un fatturato complessivo di 197 milioni di euro per le startup presenti e passate: sono questi i numeri di PoliHub, l’incubatore gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano che, anche quest’anno, lancia il concorso S2P (Switch2Product).

La competizione, giunta alla settima edizione, ha lo scopo di promuovere la creatività e far emergere idee che possono portare allo sviluppo di prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico o dal design innovativo. C’è tempo fino al 2 aprile per presentare le domande e i relativi progetti. Per i dieci finalisti selezionati dalla giuria ci sarà l’accesso gratuito allo Startup Programm del Mip, il master della School of Management del Politecnico di Milano dedicato a startupper e aspiranti imprenditori, dove si potranno sviluppare concretamente le idee imprenditoriali.

I progetti vincitori selezionati, alla fine del programma di empowerment, vinceranno un percorso di accelerazione della durata di quattro mesi all’interno di PoliHub, la possibilità di accedere a un finanziamento da parte di investitori che fanno parte del network e l’accesso agevolato ai laboratori messi a disposizione dal Politecnico di Milano. La competizione è suddivisa in questa edizione in una Call4Ideas e in una Call4People. Le aree di interesse sono: clean-tech e greening, nuovi dispositivi innovativi, convergenza tra tecnologie digitali e hardware fisico e Ict (Information and Communication Technology).

Condizione necessaria per la partecipazione all’iniziativa, pena l’esclusione, è che l’idea non abbia ricevuto finanziamenti da Business Angel, Venture Capital o piattaforme di crowdfunding al momento della presentazione della domanda. Polihub, creato nel 2000, è uno dei 19 incubatori certificati dal ministero dello Sviluppo Economico con 51 startup e aziende presenti dalla sua nascita. Nelle precedenti edizioni, le startup selezionate da S2P hanno raccolto più di un milione e trecentomila euro in crowdfunding. Per partecipare: www.s2p.it.

Le cinque delle 20.00

Iraq, Tikrit non è più in mano all’Isis

La città di Tikrit non è più in mano allo Stato Islamico. L’esercito regolare iracheno ha infatti riconquistato la città sulle sponde del fiume Tigri, dopo mesi di occupazione da parte dell’Isis. Grande la gioia all’interno del centro abitato, con centinaia di persone scese in strada con i militari per festeggiare la liberazione.

LEGA NORD
Tosi: Salvini vuole controllo dittatoriale. Il segretario: Mi insulta come Renzi e Alfano
Il sindaco di Verona Flavio Tosi, da ieri espulso dal Carroccio, accusa Salvini di gestione dittatoriale. Risponde il segretario federale: «Non rispondo a chi insulta, di solito mi danno del dittatore Alfano e Renzi». Sulla sua possibile discesa in campo in Veneto, invece, Tosi ha preso tempo. Risponde il governatore uscente Luca Zaia: «In Veneto non ci tremano polsi, vinceremo».

DOPO ASSOLUZIONE
Il ritorno di Berlusconi: In campo per un’Italia migliore, i moderati sono maggioranza
Il leader di Fi, dopo essere entrato dal retro di Palazzo Grazioli è uscito a piedi davanti all’ingresso della sua residenza per salutare i militanti che lo aspettavano. Tra strette di mano e saluti, l’ex cavaliere ha ringraziato i giovani di Fi e a chi gli chiedeva se fosse contento si è limitato ad annuire con la testa: mi sono tolto il gesso dieci giorni prima, la sentenza ha sanato tutte le fratture, anche nel partito. Uniti vinceremo, ha detto Silvio Berlusconi incontrando i parlamentari azzurri a Palazzo Grazioli.

ECONOMIA
Padoan: Qe efficace ma non basta: servono le riforme
Il Quantitative easing appena lanciato dalla Bce è «un meccanismo che promette di essere estremamente efficace, e già lo si vede sui mercati». Ma attenzione: «La politica monetaria non basta per la ripresa, sono necessarie le riforme». Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sentito in audizione dalla commissione Politiche europee del Senato, invita a non sedersi sugli allori ed elogia il cammino italiano.

#AppStoreDown
App Store e iTunes bloccati da ore
Da mezzogiorno di oggi gli utenti Apple hanno avvertito disagi nei servizi: non riescono a scaricare app, ad aggiornarle, a comprare libri e musica. Come testimoniato dagli hashtag #itunesdown e #appstoredown, i servizi sono completamente paralizzati e a quanto pare non c’è una motivazione. All’inizio alla Apple non risultava nulla di difettoso e solo dopo poche ore la pagina di diagnostica dei servizi online ha mostrato malfunzionamenti.

La riforma costituzionale in 10 punti

Approvato alla Camera in seconda lettura il pacchetto delle riforme costituzionali presentato dal ministro Boschi. La riforma modifica e completa quella del Titolo V su federalismo e autonomie locali, varata nel 2001 dal centrosinistra e confermata all’epoca con un referendum. Segna inoltre la fine del bicameralismo perfetto considerato da un lato strumento di garanzia per il regime democratico, ma dall’altro un freno per la governabilità.

Ecco cosa cambia in 10 punti:

  • La Camera diventa l’unica Assemblea legislativa e l’unica a votare la fiducia al governo. Il numero dei deputati non cambia, saranno sempre 630 e verranno ancora eletti a suffragio universale.
  • Il Senato non sarà più elettivo e sarà composto da 100 membri, 95 eletti dai Consigli Regionali e 5 nominati dal Presidente dalla Repubblica. Questi, a differenza di oggi, non saranno più senatori a vita, ma resteranno in carica 7 anni. Il Senato non avrà più competenza legislativa piena, voterà solo in caso di riforme e leggi costituzionali. Potrà chiedere alla Camera la modifica delle leggi ordinarie, ma i deputati potranno scegliere di non dar seguito alla richiesta.
  • Come viene eletto il nuovo Senato? I 95 senatori verranno scelti dai Consigli Regionali fra i propri componenti e eletti con metodo proporzionale. Ogni Consiglio eleggerà un numero di senatori pari al peso demografico della regione. Almeno uno degli eletti in ciascuna regione dovrà essere un sindaco.
  • L’immunità parlamentare rimane in vigore per entrambe le camere. I parlamentari non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazione senza l’autorizzazione della Camera di pertinenza.
  • Federalismo: più poteri allo Stato. Energia, infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto, prima di pertinenza locale, diventano di competenza del Presidente della Repubblica. «Quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale» su proposta del governo la Camera potrà approvare leggi nei campi di competenza delle Regioni.
  • Elezione del Presidente della Repubblica. Il capo dello Stato verrà nominato dalle camere in seduta congiunta: 630 deputati più 100 senatori provenienti dai Consigli Regionali. Il quorum per l’elezione è fissato per i primi tre scrutini ai due terzi dei componenti, dal quarto si scende ai tre quinti; dal nono scrutinio sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei “grandi elettori”.
  • La Corte Costituzionale. 5 dei 15 giudici Costituzionali saranno eletti dal Parlamento: 3 dalla Camera e 2 dal Senato. I restanti vengono nominati per metà dal Presidente della Repubblica e per l’altra metà dalle supreme magistrature ordinaria e amministrative.
  • I Referendum. Viene abbassato il quorum per i referendum sui quali vengono raccolte almeno 800mila firme anziché 500mila. Per rendere il referendum valido basterà che a votare siano la metà degli elettori delle ultime elezioni politiche. Prima della riforma il quorum di validità era fissato nella metà degli iscritti alle liste elettorali.
  • Leggi di iniziativa popolare. Salgono da 50.000 a 250.000 le firme necessarie per presentare una legge di iniziativa popolare. Introdotta la clausola per cui i regolamenti parlamentari dovranno indicare tempi precisi di esame.
  • Legge elettorale. Viene introdotto il ricorso preventivo sulle leggi elettorali alla Corte Costituzionale su richiesta di un quarto dei componenti della Camera.

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Libera foto di fonti documentarie in archivi e biblioteche in libero Stato

Il selfie al museo con l’opera d’arte o il reperto antico sì, ma la foto al libro per scopi di studio e ricerca non la puoi fare. Sono lestranezze della recente legislazione italiana sui beni culturali: il decreto “Art bonus”, in vigore da giugno 2014 e adesso in sede di conversione in legge – complice l’intervento della solita “manina” – ha escluso dalla sua applicazione la libera riproduzione di beni archivistici e bibliografici (cioè i documenti d’archivio e i volumi storici).

Un archeologo e archivista 31enne, Mirco Modolo, ha deciso di mettersi di traverso e sottoporre la questione al mondo accademico e della cultura in generale. «Dopo l’approvazione dell’emendamento restrittivo – racconta – assieme ad Andrea Brugnoli, medievista che ha reso disponibile online tutta la documentazione veronese tra VIII e XII secolo, ci è parso necessario attivarci per ottenere il ripristino del dettato originario dell’Art bonus».

Così è nato “Fotografie libere per i beni culturali”, movimento a favore della riproduzione libera e gratuita delle fonti documentarie in archivi e biblioteche per finalità di ricerca, ed è partita un lento ma costante lavoro di coinvolgimento di personalità di spicco e semplici cittadini, un coro di oltre 1.500 voci che «chiede di mettere una toppa a quello che alcuni degli stessi deputati del Pd firmatari dell’emendamento in questione hanno definito “uno scivolone da superare” ».

Per Modolo è una battaglia allo stesso tempo di principio e di svecchiamento del concetto di conservazione, che deve essere aperta alla libera ricerca e alla valorizzazione scientifica del patrimonio documentario. «Chi si oppone alla libera riproduzione con mezzi propri deve spiegarci perché un documento accessibile in via ordinaria alla consultazione, quindi non parliamo di testi di particolare rarità e pregio, dovrebbe correre maggiori rischi se fotografato a distanza con smartphone o fotocamera», aggiunge l’archeologo. «Semmai è vero il contrario: effettuate le riproduzioni, i ricercatori non dovranno più manipolare il testo, che correrà così meno rischi». Il dubbio è che questo sistema possa mettere in discussione il monopolio delle riproduzioni in mano a pochi privati. L’appello si può sottoscrivere su fotoliberebbcc.wordpress.com.

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@PDUmorista #leftweet della settimana

In Israele al voto sulla Shoah

L’identità nazionale. Il rapporto con la propria memoria storica di un popolo segnato dalla tragedia più grande che la Storia abbia mai conosciuto. Israele va al voto il prossimo 17 marzo. Passato e presente si rincorrono come non mai, mentre sul futuro del Paese si proiettano ombre inquietanti. Nere, come le bandiere del Califfato islamico che conquista sempre più consensi anche fra i palestinesi di Gaza e della Cisgiordania.

Israele fa i conti con un passato che non passa e con una psicologia nazionale da Paese che si vive in trincea. Un Paese murato. Un Paese che si sente circondato da entità ostili, irriducibil- mente avverse. Le entità ostili si chiamano Isis, Hamas, Hezbollah. E prima di chiunque altro il “Nemico” numero uno: l’Iran. Lo spettro di una “Shoah nucleare” rincorre quello dell’Olocausto perpetrato dai nazisti. Le destre continuano a cavalcare un diffuso senso di insicurezza che viene alimentato anche dal recupero, strumentale, delle tragedie del passato. In questa visione, la Shoah serve a giustificare l’uso della forza e l’oppressione esercitata contro il popolo palestinese. Chi siamo, qual è il nostro senso nel mondo. Quale la missione a cui siamo chiamati. Le risposte non sono solo e tanto politiche, quanto esistenziali, identitarie. E orientano il voto del 17 marzo.

Stavolta il dilemma pace o guerra, dialogo o pugno di ferro con i palestinesi, è un aspetto secondario. Non c’entra neanche la minaccia, sempre più concreta, di una proiezione a Gaza dell’ombra sinistra dello Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi. Sui temi della sicurezza Israele non si spacca: al contrario, si compatta. La crisi di governo non nasce prima o dopo la terza guerra di Gaza, né sull’onda di scelte strategiche da compiere nell’inesistente negoziato con l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen.

Al centro dello scontro c’è un’affermazione identitaria che da ideologia si trasforma in elemento costitutivo del “nuovo” Stato d’Israele. Una forzatura che rischia di spaccare il Paese, soprattutto per ciò che concerne quel 20% della popolazione (oltre 1,3 milioni di persone) che è israeliana ma non ebrea: gli arabi israeliani. «Netanyahu si presenta con una politica del risentimento che è alquanto diversa dalla politica di gestione. A meno di disastri potrebbe andare avanti nonostante i suoi errori grossolani», rileva con lucido pessimismo Avishai Margalit, tra i più autorevoli politologi israeliani, professore di Filosofia all’Università ebraica di Gerusalemme.

«A questa destra fanatica e irresponsabile non basta aver creato un regime di apartheid nei territori occupati, ora ha deciso di spingersi, se era possibile, oltre, con una proposta di legge che rappresenta un vero e proprio crimine contro la democrazia israeliana. Siamo al fanatismo che si fa Stato», dice Zahava Gal On, la presidente del Meretz (sinistra sionista). A permeare questa bozza di legge c’è una visione teocratica d’Israele “Stato-Nazione del popolo ebraico”. Una visione messianica-nazionalista che tiene insieme la destra espansionista e quella ultraortodossa.

Il 10 agosto 2014, in piena guerra di Gaza, Barack Obama ripropone così a Thomas Friedman, che lo intervista per The New York Times , la sua visione di Israele: «Considerando le capacità militari di cui dispone, non sono preoccupato per la sopravvivenza di Israele», rimarca il presidente Usa, «la vera questione, secondo me, è come sopravviverà. Come preservare uno Stato di Israele che rifletta i valori migliori di coloro che lo hanno fondato. E per riuscirci sono sempre più convinto che sia necessario trovare un modo per vivere fianco a fianco dei palestinesi, in pace. È necessario riconoscere che le loro rivendicazioni sono legittime, e che questa è anche la loro terra».

Solo per aver affermato questo, senza peraltro averne tratto le dovute conseguenze politiche, Obama è diventato, per i falchi di Tel Aviv, un nemico del popolo ebraico. «Israele è un Paese terrorizzato», annotava Zeev Sternhell, il più grande storico israeliano, in una intervista concessa a Left , «terrorizzato, più che da Hamas o dall’Isis, dal dover immaginare una sua nuova identità nazionale da Paese normale. Una pace vera, giusta, tra pari, non è solo definizione di confini territoriali ma anche, e per certi versi ancor più, il riconoscimento storico-culturale dell’esistenza dell’altro da sé come popolo, nazione, con gli stessi diritti del popolo ebraico a vivere, in un proprio Stato indipendente, in Palestina». Un problema di identità, di percezione di sé, e non solo di territori da sacrificare.

La campagna elettorale è ormai entrata nel vivo e il voto che ne scaturirà non porterà a soluzione la questione palestinese, ma dirà in che direzione di marcia si muoverà la questione israeliana. Arroccamento o apertura. Su questa scelta grava il peso della memoria. «La memoria va coltivata ma non può essere messa al servizio di politiche sbagliate», sostiene Amos Oz. La memoria non può essere una gabbia, avverte lo scrittore israeliano. E una rivisitazione critica della propria storia – dei «miti» come delle tragedie che ne sono a fondamento e che configurano una identità nazionale – è un punto di forza, e non un segno di cedimento, per una democrazia che non rinnega se stessa.

I sondaggi danno i due schieramenti, quello delle destre e di un ricompattato centrosinistra, in equilibrio. Nessun partito dovrebbe riuscire a governare da solo. Al tema della sicurezza si sovrappone poi quello di una sempre più devastante crisi sociale: oltre 2 milioni e mezzo di israeliani vivono oggi sotto la soglia di povertà, inclusi più di 900.000 bambini (uno su tre). A rivelarlo è un recente rapporto presentato da “Latet”, organizzazione no profit. Stavolta Israele deve scegliere fra due visioni. La terra di mezzo è ormai impraticabile. Anche per un abile equilibrista come Benjamin Netanyahu.

Le cinque delle 13.00

Processo Ruby, la Cassazione conferma l’assoluzione di Berlusconi

E’ definitiva l’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. Lo ha deciso la Cassazione rigettando il ricorso della procura generale di Milano. La decisione dei supremi giudici è giunta dopo una camera di consiglio fiume, durata circa nove ore. La sesta sezione penale della Cassazione ha così deciso di confermare il verdetto pronunciato il 18 luglio scorso dalla Corte d’appello di Milano che aveva assolto Berlusconi, imputato per concussione e prostituzione minorile. L’ex premier ed ex Cavaliere questa mattina ha espresso la sua soddisfazione in una nota ufficiale: «Finalmente la verità. Oggi è una bella giornata per la politica, per la giustizia, per lo stato di diritto. Ora archiviata anche questa triste pagina, sono di nuovo in campo per costruire, con Forza Italia e con il centrodestra, un’Italia migliore, più giusta e più libera».

LEGA NORD
Il botta e risposta Salvini Tosi sancisce lo strappo definitivo
Lo strappo si è consumato. Dopo la scadenza dell’ultimatum dato dal segretario della Lega Nord al sindaco di Verona, Matteo Salvini chiude la porta a Flavio Tosi: «Dispiace che da settimane Flavio Tosi abbia scelto di mettere in difficoltà la Lega e il governatore di una delle regioni più efficienti d’Europa. Sono costretto a prendere atto delle decisioni di Tosi e quindi della sua decadenza da militante e da segretario della Liga Veneta – Lega Nord». Non si fa attendere la replica di Tosi: «Salvini mente sapendo di mentire. Mai avrei pensato di vedere in Lega il peggio della peggior politica. Un Caino che si traveste da Abele».

REGGIO EMILIA
Quarantotto leghisti indagati per rimborsi facili
Appropriazione indebita aggravata: questa l’accusa con la quale risultano indagati dalla procura di Reggio Emilia 48 leghisti per una serie di spese rimborsate – per un totale di circa 250 mila euro – a dirigenti e militanti del partito tra il 2009 e il 2012. L’indagine nasce nel 2012 dall’esposto di Mario Lusetti, poi espulso dalla Lega e anche lui indagato.

MINORI
Salta l’adozione ai single. Ritirato l’emendamento Pd al Senato
L’ipotesi di adozione dei minori anche ai single dopo l’affidamento è saltata dopo che è stato ritirato l’emendamento e poi l’odg sul tema presentato dalla senatrice del Pd Francesca Puglisi. L’emendamento faceva parte del ddl sulle adozioni dei minori da parte delle famiglie affidatarie che è in corso di discussione. Sul testo, che rimette mano alla disciplina delle adozioni da parte delle famiglie affidatarie alcuni senatori del Pd e praticamente l’intero gruppo di Ncd erano pronti a dare battaglia.

TV
Prove di disgelo tra Rai Way e Ei Towers
Ei Towers e Rai Way provano a venire a capo della situazione venutasi a creare dopo l’offerta pubblica di acquisto e scambio da 1,22 miliardi che il gruppo delle antenne tv di Mediaset ha lanciato a sorpresa sull’analoga società dell’emittente di Stato. Dopo l’annuncio dello scorso 24 febbraio e gli interventi del governo che ha ribadito l’intenzione di restare al 51% in Rai Way, le diplomazie sotterranee si sono messe al lavoro.

Scuole private e pubbliche? Fondamentale distinguere

È ormai chiaro che la scuola pubblica è sotto pesante attacco nel nostro Paese. Se la riforma della “buona scuola” non aveva affatto un sapore di “buono” per chi la scuola la vive, la conosce e la ama, con le ultime notizie, che hanno bloccato l’iter della riforma, l’amaro in bocca aumenta e i mal di pancia pure.

Il decreto legge sulla scuola si è trasformato nel giro di una notte in un disegno di legge, lasciando “basita” la stessa ministra Giannini. L’assenza di trasparenza e chiarezza caratterizzava una riforma così importante e ora la offusca in un clima da giallo poliziesco. E la preoccupazione sale. Sale perché, oltre a esserci in ballo quei famosi 160mila posti che i precari stanno aspettando ormai da anni – anche se ancora nessuno ha davvero capito come e dove sa-ranno reclutati e che cosa saranno chiamati a fare -, si moltiplicano le voci dell’ennesimo regalo che verrà offerto alle scuole private cattoliche.

Già sapevamo che la “buona scuola” avrebbe contenuto sgravi fiscali per le famiglie che iscrivano i propri figli alle scuole private, ma evidentemente non è bastato. «Vogliamo coinvolgere maggioranza e opposizioni nello spirito delle recenti dichiarazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella», ha detto Matteo Renzi spiegando il motivo della retromarcia. E allora forse cominciamo ad assemblare i pezzi e a far chiarezza nel thriller.

Un folto gruppo di parlamentari, che sostengono il governo, ha infatti scritto una lettera al Presidente del Consiglio chiedendo che si cessi di discriminare le scuole private e di pensare che “scuola pubblica” sia sinonimo di “scuola statale”. L’obiettivo allora non è più soltanto quello di eliminare il precariato – cosa che è imposta all’Italia dal Parlamento di Strasburgo -, ma di eliminare la stessa distinzione scuola prvata/scuola pubblica.

Luigi Berlinguer, sì il ministro a cui dobbiamo il primo colpo inferto a questa distinzione, sulle pagine di Repubblica afferma che ciò significa allineare l’Italia al resto d’Europa. Ma in un Paese mono religioso come il nostro, dove il peso del Vaticano e della Chiesa cattolica si fanno sentire fin nelle nostre camere da letto e di ospedale, è di una gravità inaudita lasciare l’istruzione, l’educazione, la formazione degli individui nelle mani dei religiosi. La Francia e l’Olanda sono Paesi assolutamente laici.

Come si può pensare che i luoghi dove si formano le menti dei giovani, dove si forma lo spirito critico, dove si vivono i rapporti con gli altri, dove si apprendono la storia e le identità di altre civiltà e di altre culture, possano essere gestiti da chi che crede nei dogma e nella verità assoluta? Tutto ciò, oltre a essere anti costituzionale, è fatto in nome di un “sano antagonismo” da cui trarrebbero vantaggio le stesse scuole pubbliche. Bambini, giovani e adolescenti lanciati e lasciati nell’eterna lotta dove vige la legge del più forte/ricco (come nel mercato).

Quei parlamentari, autori della lettera, citano il pluralismo (sic!) e il pensiero di Antonio Gramsci. Rispondiamo loro che il pluralismo non sta dalla parte di chi crede, ma di chi pensa e che Antonio Gramsci voleva sì le scuole private, ma per fondare scuole socialiste anti massoniche, e disprezzava come un’assoluta violenza «lasciare che la coscienza dei bambini fosse manipolata dai preti».