In questo quadro, tra l'ancoraggio all'Europa del «partito di Ursula» e la debolezza istituzionale della Seconda repubblica, tutto può ancora accadere

La cosa peggiore è l’uso veramente improprio della religione in un’aula istituzionale. La cosa positiva è che con le dimissioni del governo, Salvini non è più ministro. Ma la cosa che rincuora di più è che le donne e gli uomini a bordo della Open Arms finalmente potranno scendere, grazie però ad un magistrato.

Il resto è un dibattito in cui si evidenziano le due caratteristiche di questa epoca. Da un lato ciò che rappresenta l’ancoraggio vero di parte dell’attuale classe politica, e cioè quello alla governance europea, più volte richiamato da Conte e ben presente a tutti. Dietro la formula del «governo Ursula», riferita alla Presidente della Commissione su cui si è consumata la differenza (tattica?) tra la Lega e gli altri, e dietro le urgenze e le emergenze di indicare il Commissario e affrontare gli obblighi economici, ci sta questo ancoraggio. Dall’altro la intrinseca debolezza, e pericolosità, di quella che è stata chiamata Seconda repubblica. Doveva dare stabilità e invece crea rischi continui. Doveva superare la “partitocrazia” e invece ha creato leaderismi, populismi, rischi di degenerazioni autoritarie. Ecco che la “soluzione” della crisi sta tra quanto “tiene” dell’assetto costituzionale e istituzionale, l’ancoraggio europeo e le “dinamiche” della Seconda repubblica.

Conte si è avvalso molto del retaggio “antico” e ha addebitato tante colpe a Salvini, a partire dalla crisi. Poi è stato molto continuista, anche sul peggio di quanto fatto. E ha taciuto (tornandoci però nella replica per difendere la sostanza del suo operato) sui migranti, vittime del governo gialloverde. Salvini ha rivendicato tutto e ha fatto un discorso fortemente elettorale. Zingaretti ha chiesto discontinuità contestando tutto il governo gialloverde ma non offrendo discontinuità su quanto fatto dal Pd con i suoi governi.

In questo quadro, tra Scilla e Cariddi, tra l’ancoraggio all’Europa e le perversioni della seconda repubblica, tutto può ancora accadere. Ma se vogliamo almeno provare ad andare oltre Scilla e Cariddi, bisognerà mettere mano ad entrambi i corni della questione. La maggioranza di Ursula può (per ora) tenere a bada le destre peggiori. Ma la recessione che arriva addirittura dalla Germania ci dice che ci vuole ben altro. Ciò che resta dell’assetto parlamentare aiuta a frenare chi vuole tutto il potere. Ma se non si mette mano al disastro del maggioritario ricostruendo il proporzionale prima o poi sarà troppo tardi.