Come mai la contraccezione orale, metodo che fornisce una sicurezza assoluta e facile da usare, nel nostro Paese viene scarsamente utilizzata? Quanto incidono i pregiudizi cattolici sul fatto che solo il 14% delle donne italiane (stesse percentuali di Iraq e Botswana) prende la pillola?
C'è una storia bella, seppur con un percorso travagliato, nella mini serie televisiva Normal people attualmente in programmazione su Rai play. È ispirata al romanzo Persone normali (Einaudi) di Sally Rooney. Guardandola sembra finalmente di respirare un’aria pulita, di serietà, impegno, gioia, tristezza, amore e realizzazione. Non è una favola e riesce ad uscire da tutti i cliché sull’adolescenza malata, traviata, perduta e disperata, e lo fa senza quadretti stucchevoli. Due splendidi ragazzi sono i protagonisti di questa storia d’amore vissuta liberamente. C’è una sequenza che descrive un loro incontro inaspettato e pieno di desiderio che può realizzarsi in un incontro anche intimo, dopo l’affermazione di lei che a fronte delle titubanze del ragazzo afferma: “Io prendo la pillola”. Dietro questa affermazione emerge una mentalità libera e recettiva che permea tutta la loro storia. Non la libertà di ricattare l’altro, non di farsi male, non di distruggere le proprie aspettative, non di deludere, non di aggredire; la libertà di vivere una storia d’amore. Questo articolo è riservato agli abbonati
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